Per la Cia dell'Umbria si continua a sottovalutare l'importanza della problematica
Chi sperava nell'avvio di un confronto serio e ragionato su come risolvere il problema della eccessiva presenza di animali selvatici dannosi per agricoltura e zootecnia, in Italia ed in regioni particolarmente colpite come l'Umbria, è rimasto molto deluso. Infatti la riunione dell'apposito Tavolo della Conferenza Stato-Regioni, convocata al ministero dell'Ambiente la scorsa settimana, è stata rinviata a data da destinarsi; una formulazione che, in "burocratese", significa una sola cosa: i rappresentanti delle Istituzioni cui compete per legge la programmazione degli interventi in materia faunistico-venatoria non hanno fretta e, probabilmente, non considerano urgente agire per contenere la proliferazione esagerata di selvatici dannosi (in primo luogo cinghiali e lupi), un problema che affligge da anni gran parte del Belpaese. "Si tratta – ha commentato Domenico Brugnoni, presidente della Cia dell'Umbria – di una grave sottovalutazione dell'entità della questione. Gli agricoltori e gli allevatori, che in tante zone della nostra regione non solo subiscono danni enormi mai rimborsati per intero ma ormai temono anche per l'incolumità loro e delle loro famiglie, continuano ad essere considerati cittadini di serie b dai rappresentanti istituzionali, contraddicendo nei fatti quanto viene sempre affermato in pubblico." Proprio di recente la Cia dell'Umbria aveva denunciato, in una lettera alla Regione, l'inefficacia dei prelievi selettivi di cinghiali ed aveva proposto di modificare il calendario venatorio posticipando al 31 gennaio (dal 31 dicembre) la chiusura della caccia al suide come avviene nelle regioni limitrofe; tale differenza di scadenza nei calendari ha provocato, infatti, un'ulteriore migrazione di capi in Umbria con un pesante aggravamento dei danni. Sul versante del contenimento dei lupi, che continuano a colpire in prevalenza allevamenti di pregio (come è accaduto ed accade a San Venanzo, Umbertide, Pietralunga e in tanti altri comuni) in aree marginali della regione, per la Cia dell'Umbria le autorità competenti devono prendere atto che, anche secondo le stime più recenti, la popolazione attuale di lupi sull'Appennino supera di gran lunga le 2mila unità: una situazione assolutamente diversa rispetto a quella di qualche decennio fa, quando il lupo era una specie in via di estinzione e si decise di inserirlo tra le specie protette. Non a caso in Francia, Spagna e Svezia sono già state concesse, recentemente, significative deroghe al divieto di catturarli ed ucciderli ed il ministero dell'Ambiente ha elaborato un documento con il quale si chiede la deroga anche per il nostro Paese. "E' perciò assolutamente urgente – conclude il presidente Brugnoni - che l'apposito "Tavolo per l'analisi dei problemi e delle soluzioni da apprestare alle fattispecie dei danni da fauna selvatica" della Conferenza Stato-Regioni, che ha visto la prima riunione rinviata a data da destinarsi, venga convocato al più presto per affrontare seriamente tutta la problematica. Nel frattempo, comunque, è assolutamente necessario ed urgente indennizzare per intero gli allevatori colpiti incrementando la cifra, insufficiente, stanziata in bilancio dalla Regione per il 2016."
Perugia, 12 maggio 2016