Si è tenuto ieri a Perugia l’atteso incontro degli agricoltori aderenti a Cia e Confagricoltura con i candidati umbri dei diversi schieramenti politici in competizione per l’imminente rinnovo del Parlamento. I presidenti regionali delle due Organizzazioni, Domenico Brugnoni e Fabio Rossi, hanno presentato nell’occasione un articolato documento predisposto da Agrinsieme, il coordinamento nazionale nato il mese scorso tra Cia, Confagricoltura e Cooperative Agroalimentari, contenente una serie di proposte per la prossima legislatura ed opportunamente arricchito con richiami alle peculiarità dell’agricoltura umbra.Essi hanno spiegato ai candidati come l’agroalimentare rappresenti una solida realtà nel nostro Paese, un elemento centrale della sua struttura economica e occupazionale, una garanzia per la tutela del suo territorio e del suo ecosistema, con produzioni di qualità che costituiscono una primaria eccellenza del Made in Italy. Ma non hanno mancato di sottolineare come, per affrontare uno scenario di forti mutamenti e di grandi sfide - sicurezza alimentare, liberalizzazione dei mercati, cambiamenti climatici e sfruttamento delle risorse naturali - le imprese agricole debbano essere dinamiche e capaci di sostenersi economicamente generando un reddito adeguato sia per gli imprenditori che per gli addetti. Al contrario – hanno continuato Brugnoni e Rossi - negli ultimi 10-12 anni la forte perdita di competitività della nostra agricoltura ha ridotto i redditi delle imprese di oltre il 25 per cento anche per una fragilità strutturale - frutto di un’eccessiva frammentazione - e per l’assenza di politiche adeguate e diversificate per tipo di impresa. Pertanto i presidenti di Cia e Confagricoltura dell’Umbria hanno chiesto ai candidati un impegno particolare affinchè, una volta eletti, si facciano carico di elaborare le opportune iniziative parlamentari per venire incontro alle pressanti esigenze dell’agricoltura umbra e nazionale. Subito dopo hanno preso la parola i candidati. Per Eugenio Guarducci, di ‘Fare per fermare il declino’, “noi imprenditori abbiamo fatto gravi errori firmando deleghe in bianco alla classe politica; forse il risultato di martedì ci costringerà a tornare alle urne tra poco”. A giudizio di Beatrice Ricciardi, di “Scelta civica”, il documento presentato si sovrappone bene con il programma dettato dall’agenda Monti, mentre per l’esponente di “Centro democratico” Giuseppe Lomurno 12-13 mesi per erogare finanziamenti sono un’eternità e chi andrà al governo dovrà conoscere bene anche la Pac. Anche per Andrea Lignani Marchesani, di “Fratelli d’Italia” nella nuova Pac dovranno essere evitati i disaccoppiamenti e favorite le politiche di coesione. Maria Rosi, del Pdl, si è detta convinta della necessità di ricominciare a parlare seriamente dell’agricoltura italiana che può vantare eccellenze conosciute in tutto il mondo e Giuliano Granocchia, di Sel, ha sottolineato l’esigenza di puntare in primo luogo sull’efficacia amministrativa. Giuseppe Luzi, dell’Udc, si è soffermato sugli ostacoli frapposti all’imprenditoria giovanile dalla troppa burocrazia e dalle difficoltà di accesso al credito e Carlo Emanuele Trappolino, del Pd, ha sostenuto la necessità di riconoscere i contributi della Pac a favore degli agricoltori attivi e l’importanza della costituzione di Agrinsieme per rafforzare la rappresentanza dei produttori. Secondo Raffaele Nevi, del Pdl, va abolita l’Imu sui terreni e sulle pertinenze agricole, mentre per Maurizio Ronconi, dell’Udc, bisogna ridare forza al settore primario ed istituire un ente regionale per le erogazioni in agricoltura. All’incontro hanno partecipato anche i candidati del Pd Gianpiero Bocci, Valeria Cardinali e Marina Sereni.
Login