CHIEDIAMO EQUO TRATTAMENTO RISPETTO ALL'AGROINDUSTRIA
La Confederazione italiana agricoltori dell'Umbria non condivide la posizione della Regione dell'Umbria che senza motivazione ha respinto le richieste avanzate dalle organizzazioni professionali agricole e dall'ordine degli agronomi, relative ai nuovi bandi investimenti del PSR riservati alle aziende agricole. In una lettera a firma del dirigente competente la Regione comunica che "ha fatto propri solo alcuni suggerimenti riconducibili alla formulazione delle varianti e alla documentazione inerente l'agibilità". In questo modo, restano tutte le criticità evidenziate in più occasioni dalla Cia Umbria, in particolare la retroattività delle modifiche e la riduzione del volume della spesa che penalizzeranno tutte le imprese e principalmente le piccole aziende agricole.
"Le risorse del Psr destinate alle imprese agricole e ai giovani agricoltori – ribadisce il presidente della Cia, Domenico Brugnoni - non sono sufficienti". Brugnoni definisce "importante la disponibilità prevista nel PSR di 20 milioni di euro a vantaggio di beneficiari pubblici, regione, enti locali singoli o associati, gestori delle aree naturali protette, fondazioni e associazioni senza scopo di lucro, per interventi a supporto delle potenzialità di crescita delle zone rurali e per favorirne lo sviluppo sostenibile". Così come ritiene importante la dotazione di risorse aggiuntive assegnate per complessivi 19 milioni e 700.00 all'Agroindustria. Tuttavia, "non c'è equilibrio fra quanto impegnato per gli Enti locali, assegnato alle imprese dell'agroindustria e quanto destinato alle imprese agricole: così come la Regione – commenta il presidente - ha ritenuto opportuno prevedere risorse per gli enti locali per 'Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali', e ha coperto l'intero fabbisogno della graduatoria degli investimenti per 'la trasformazione, commercializzazione e lo sviluppo dei prodotti agricoli', a favore dell'Agroindustria, occorre considerare allo stesso modo un incremento per gli investimenti delle imprese agricole".
Il presidente ricorda che "molte aziende agricole, come consentito dai bandi, hanno già avviato il proprio programma di investimenti dalla data di presentazione della domanda avvenuta il 30 Aprile 2016 e che da allora non sono stati aperti nuovi bandi a sportello e individuate risorse aggiuntive come invece previsto".
Nel ribadire che "non si possono cambiare le regole in corsa", per il presidente è "irricevibile ogni proposta di modifica dei parametri di assegnazione dei punteggi e di riconoscimento dei contributi per la pubblicazione di un prossimo bando ai cui nuovi principi dovrebbero sottostare tutte le domande non finanziate nelle graduatorie in essere".
Le imprese agricole e zootecniche e i giovani agricoltori dell'Umbria a fronte di investimenti realizzati, impegni assunti e forti esposizioni economico-finanziarie - denuncia Brugnoni - non si vedrebbero più riconoscere in termini di aiuti, quanto annunciato con enfasi nei vari incontri dalla Regione e previsto da un PSR che vanta complessivamente 877 milioni di euro. Restano poi - sottolinea la Cia - per le tante aziende agricole e zootecniche dell'Umbria le criticità delle domande a superficie, fra cui "l'intenzione della Regione di rivedere a ribasso il valore dei premi, relativamente ad alcune colture per le misure agroambiente e biologico; la volontà di operare un taglio percentuale e/o per territori per l'indennità compensativa e la decisione di non riaprire a nuove domande l'opportunità di avvalersi della misura 14 - benessere animale".