Un “no” motivato all’installazione di pale eoliche sul monte Peglia è scaturito dalla riunione del Consiglio Direttivo della Cia di Orvieto, presieduto da Giampiero Rosati. Infatti l’analisi del progetto – che prevede la messa in opera di 18 pale eoliche di un’altezza pari a 150 metri sul crinale del monte Peglia – ha messo in rilievo il suo forte impatto su un territorio che può trovare una valida prospettiva di sviluppo solo nella tutela e nella valorizzazione di un ambiente e di un paesaggio non a caso inseriti dalla Regione in un’area protetta di particolare pregio. “La nostra decisione – ha detto il presidente Rosati nel corso dell’incontro - non deve apparire contraddittoria rispetto all’auspicio, più volte espresso dalla Confederazione, di incrementare e diffondere la produzione di energia da fonti rinnovabili. Un orientamento che ribadiamo anche in questa circostanza a patto, però, che nella realizzazione degli impianti vengano salvaguardati i princìpi della sostenibilità economica e di quella ambientale che, al contrario, appaiono stravolti dall’intervento proposto per il monte Peglia. Una realtà questa – ha proseguito Rosati – nella quale, tra l’altro, sono operanti imprese, in primo luogo quelle agrituristiche, che hanno scommesso sulla valorizzazione del territorio, del paesaggio e dell’ambiente, la cui attività risulterebbe penalizzata se non compromessa, da un’opera così impattante. Chiediamo con forza pertanto – ha concluso il presidente della Cia di Orvieto – che le autorità preposte, in particolare la Regione, la Provincia ed i Comuni interessati, impediscano la realizzazione di “questo” impianto eolico sul monte Peglia e promuovano un momento di confronto istituzionale per discutere come favorire la produzione di energia e da quali fonti rinnovabili nel nostro territorio.”
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