Il quadro di Cia Umbria su varietà, rese, qualità e incremento produttivo nelle 5 sottozone della DOP Umbria
Perugia – Olio, è l'annata migliore dal 2014 a oggi. Per la campagna olearia 2020-2021 appena iniziata in molte zone del territorio regionale, l'Umbria segna un incremento rispetto allo scorso fino al 50% grazie ad un andamento stagionale particolarmente favorevole sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, con un'estate non siccitosa e scarsissimi attacchi della mosca olearia. Le rese sono ancora basse, in quanto in questo preciso momento le olive sono ancora cariche di acqua, mentre le varietà Leccino e Moraiolo non hanno ancora completato l'invaiatura (cambio colore della drupa) e pertanto la raccolta è ancora precoce. E' quanto conferma la Cia-Agricoltori Italiani dell'Umbria dopo un giro di verifiche e consulenze con i frantoiani associati, riuscendo in questo modo ad avere un quadro chiaro e sintetico di come procede la raccolta in tutte le 5 sottozone umbre in cui la nostra Dop è suddivisa.
Colli del Trasimeno
Perugino
Qui le varietà più produttive sono state il Frantoio e il Leccino, con rese (al 16 ottobre, ndr) che sfiorano l'8% e un incremento produttivo del 50% che riporta il sorriso e il buonumore ai frantoiani, rispetto all'anno difficile del 2019. La qualità si preannuncia elevata.
Trasimeno
Nei dintorni del lago umbro, si registra una produttività ottima di tutte le varietà di olivo, in modo particolare la Dolce Agogia, con rese intorno al 9-10% e un incremento produttivo che oscilla dal 40 al 50% rispetto all'anno precedente, e una qualità dell'olio nuovo ottima.
Colli Assisi-Spoleto
Nella fascia olivata Assisi-Spoleto, patrimonio Unesco, la fanno da padroni il Leccino e il Moraiolo, mentre si registra una produttività leggermente ridotta per la varietà Frantoio che risente ancora dei danni da freddo del 2018 (le piante sono in fase di ricostituzione). Le rese si attestano al momento intorno all'8,5-9%, con un +35% di produttività rispetto al 2019 e una qualità dell'olio che sarà, come annunciato dai produttori di zona, la migliore negli ultimi 6 anni, dal 2014.
Colli Martani
In questa sottozona le varietà che hanno mostrato una produttività maggiore sono il Moraiolo e il Leccino, con rese dell'8% e un aumento sulla produzione che va dal 40 al 50%, con una qualità elevata.
Colli Orvietani
Spicca in questa zona la maggiore produttività della varietà di olive Leccino, ma le rese sono ancora basse (7%) e una produzione raddoppiata rispetto al 2019 (+50%). Anche in questo contesto, la qualità dell'olio nuovo sarà elevata.
Colli Amerini
Nella bassa Umbria (Ternano) tutte le varietà sono arrivate a maturazione in situazione ottimali, con olive sane: Leccino, Frantoio, ma anche Rajo. Ha sofferto un po' il Moraiolo, per via di una fioritura leggermente anticipata in una settimana di clima non proprio perfetto. La produzione è più che buona, con +30% rispetto agli ultimi 3 anni, molto difficili. Qualità, anche qui, ottima.
"Finalmente quest'anno – dichiara Leonardo Comaschi, produttore e resp. Settore olivicolo Cia Umbria – potremo tornare ad offrire un olio di altissima qualità ai consumatori che sono sempre più attenti e consapevoli verso le produzioni certificate e anche biologiche. Se la ripresa della produzione ci fa ben sperare, le ultime notizie sull'impennata di nuovi contagi da Covid ci preoccupa molto. Sappiamo per esperienza, infatti, che in situazioni economicamente instabili e difficili come quella che attraversiamo tutti adesso, con questa epidemia ancora in corso, i conti del bilancio familiare orientano le scelte alimentari e spendere il giusto prezzo per un olio buono, sano e locale al 100% non è scontato. Come produttori facciamo un appello al consumo consapevole, per ridare stimolo all'economia del territorio, un'economia veramente circolare e sostenibile, che permetta lo sviluppo e la crescita di tutti".
Qual è il giusto prezzo?
La Cia Umbria dà un'indicazione di prezzo per acquistare un buon olio umbro, salubre e garantito: per una bottiglia da 1 litro, il prezzo non dovrebbe scendere al di sotto di 10-11 euro. Solo così verrà rinnovato quel patto di onestà tra il produttore e il consumatore, e si darà il giusto valore a un prodotto unico che è simbolo del Made in Italy agroalimentare nel mondo. Non ci resta che augurare buona bruschetta!
Per interviste e approfondimenti:
Emanuela De Pinto
Ufficio Stampa Cia Umbria
Tel. 340.9200423
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