Penalizzati gli allevamenti e una filiera di grande qualità
La Cia dell’Umbria esprime grande preoccupazione per il perdurare della chiusura del pubblico mattatoio di Gualdo Tadino, un impianto riqualificato da pochi anni e messo sotto sequestro dall’autorità giudiziaria lo scorso 7 agosto per irregolarità nello smaltimento delle acque reflue. Secondo l’Organizzazione agricola è incalcolabile il danno che si sta arrecando al comparto zootecnico che, proprio nel bacino d’utenza del mattatoio sequestrato, raggiunge livelli di grande eccellenza qualitativa. Di fatto gli allevatori si vedono costretti, oggi, a compiere tragitti molto lunghi per portare gli animali alla mattazione, con forte aggravio delle spese e con pesanti ripercussioni sulla qualità stessa delle carni. In un incontro tenutosi nelle scorse settimane la Cia dell’Umbria ha prontamente sollecitato l’Amministrazione comunale di Gualdo Tadino ad assumersi precisi impegni volti a riaprire al più presto il mattatoio, ma ancora permangono tutte le criticità segnalate. Ora si teme che i tempi possano allungarsi ulteriormente fino a rendere praticamente insostenibili per gli allevatori i costi di produzione con gravi ripercussioni sull’intera filiera zootecnica e sull’economia dell’Alto Chiascio. Un pericolo questo che – secondo la Cia dell’Umbria – va scongiurato assolutamente mettendo il mattatoio in regola con la normativa ambientale vigente e consentendo così una sua rapida riattivazione. In questo senso la Confederazione rivolge di nuovo un appello al sindaco di Gualdo Tadino ed alle altre Istituzioni interessate affinchè non si frappongano ostacoli di natura burocratica e si provveda subito alla riapertura dell’impianto.
Perugia, 24 settembre 2013