A Bastia Umbra, il 4 ottobre, durante l'evento "Fa la cosa giusta!" Turismo Verde festeggerà i 30 anni della legge con degustazione di prodotti tipici

Ma per Brugnoni l'Ue rischia di dare un colpo mortale al comparto
"Così come per il vino anche per l'olio – secondo il presidente regionale della Cia dell'Umbria Domenico Brugnoni - sarà un'ottima annata." "Nel 2015 l'olio extravergine di oliva umbro sarà certamente il migliore degli ultimi anni come qualità e anche sotto l'aspetto quantitativo si può stimare fin d'ora una produzione di 60-65mila ettolitri, con una chiara tendenza al recupero in direzione delle quantità normalmente prodotte nella regione. Infatti, - ha proseguito Brugnoni - nonostante le piante siano state sottoposte ad un notevole stress idrico specie in alcune fasi estive particolarmente calde, l'olio sarà di buona qualità soprattutto perchè le alte temperature raggiunte hanno contenuto molto la presenza di mosca olearia senza necessità di particolari interventi". Un risultato ottimo ottenuto anche grazie ad una maggiore cura delle superfici olivetate e ad una più puntuale attenzione al pericoloso insetto: azioni di informazione sono state messe in campo preventivamente per tutta la stagione olearia sia dal Consorzio di tutela dell'Olio Dop che dalle Associazioni di categoria, in primo luogo dalla Cia, accompagnate da un monitoraggio costante effettuato dai tecnici delle associazioni olivicole e del servizio fitosanitario della Regione. I prezzi, vista la qualità, si prevedono in rialzo ma potrebbero subìre un duro colpo da un ulteriore ingresso di olio proveniente dall'estero. A tal proposito il presidente Brugnoni ha espresso grande preoccupazione per le ripercussioni negative che certamente avrà, sulla nostra olivicoltura, la decisione della Commissione europea di incrementare di 35mila tonnellate, per i prossimi due anni, l'importazione di olio tunisino nel territorio comunitario. Per il presidente regionale della Cia si tratta di "una scelta irragionevole e dannosa, compiuta in un momento di grave difficoltà per i produttori italiani, ed umbri in particolare, ancora alle prese con le conseguenze della disastrosa annata olivicola 2014." Anche per questo "mentre comprendiamo le problematiche dell'economia tunisina che l'Ue vorrebbe aiutare con la decisione presa – ha dichiarato ancora Brugnoni – crediamo sia molto più importante sostenere un comparto di grande qualità come quello olivicolo, fondamentale per l'economia del nostro Paese e dell'Umbria, senza complicare ulteriormente una situazione già abbastanza compromessa. Tra l'altro l'olio proveniente dalla Tunisia non offre le stesse garanzie dal punto di vista igienico-sanitario di quello comunitario non essendo quel Paese vincolato al rispetto delle precise prescrizioni vigenti in materia nell'Unione europea." "Inoltre – ha continuato il presidente regionale della Cia – anche su come quell'olio sarà commercializzato è lecito nutrire qualche dubbio: cosa sarà indicato in etichetta? Quale sarà il suo prezzo di mercato?"
"Di fronte a tali forti perplessità – ha concluso Brugnoni – chiediamo al ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, di intervenire sul Parlamento e sul Consiglio europeo, che saranno presto chiamati a decidere in merito, cercando di bloccare questa assurda posizione della Commissione ed invitandola ad aiutare l'economia tunisina con modalità diverse da quella così semplicisticamente individuata."

Perugia, 30 settembre 2015

Brugnoni: applicare presto e bene la legge nazionale e quella regionale

"Anche nella nostra regione l'azienda agricola può svolgere un ruolo importante per l'inserimento lavorativo di persone diversamente abili o con disagi di vario genere, soprattutto ora che il comparto può avvantaggiarsi della specifica normativa nazionale che si è andata ad aggiungere a quella già vigente da un anno in Umbria." Questo il primo commento di Domenico Brugnoni, presidente regionale della Cia, a seguito della recente pubblicazione della legge n. 141 con la quale il Parlamento ha disciplinato un'attività, quella dell'agricoltura sociale, che vede impegnate da anni tante aziende agricole in tutto il Paese ed in Umbria. L'Italia oggi si colloca ai primi posti dello scenario europeo con oltre mille progetti e pratiche di agricoltura sociale all'attivo. Tantissime aziende associate alla Cia hanno già avviato e sperimentato, anche in Umbria, questo nuovo modo di fare agricoltura, promuovendo l'offerta di servizi assistenziali e occupazionali a vantaggio di soggetti deboli (portatori di handicap, tossicodipendenti, detenuti, anziani, bambini) e di aree fragili (montagne e centri isolati) in collaborazione con istituzioni pubbliche e con il vasto mondo del Terzo settore impegnato nel welfare. Proprio alla fine di agosto, con un convegno tenutosi a Perugia, sono stati presentati i risultati del progetto "L'Agricoltura si eleva al quadrato, sperimentazione agronomica e zootecnica con persone autistiche" realizzato nell'ambito della misura 124 del Psr, che ha visto protagonisti, tra gli altri, proprio la Cia dell'Umbria ed alcuni imprenditori suoi associati.
"L'azienda agricola oggi – ha continuato Brugnoni – si configura anche come uno spazio solidale dove le fasce deboli della popolazione possono costruire nuove relazioni sociali, fare terapia con gli animali o con le piante, ritagliarsi un posto nuovo nel mercato del lavoro. Gli imprenditori agricoli interessati, però, devono essere messi nelle condizioni migliori per cogliere questa nuova opportunità. Per questo è urgente non solo attivare immediatamente le misure della nuova legge nazionale, ma anche adottare le norme regolamentari in assenza delle quali la legge regionale n. 16 del 2014 che, oltre all'agricoltura sociale, disciplina anche l'agriturismo e le fattorie didattiche, è destinata a rimanere sulla carta. Bisogna infine – ha concluso il presidente della Cia dell'Umbria - rendere operative al più presto le misure di sostegno specifiche previste dal nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020."

Perugia, 29 settembre 2015

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