Le imprese della Cia non mollano, anzi rilanciano per accettare le sfide del futuro e cercare quelle nuove opportunità indispensabili a generare reddito. Lo fanno, e lo hanno ribadito anche nel corso di un convegno nell'ambito di Agriumbria 2016, rivendicando la centralità del proprio ruolo all'interno di una filiera che non fa più riferimento soltanto alla produzione di cibo. La nuova frontiera, come ha ribadito il presidente regionale Brugnoni, è diventata quella della valorizzazione del paesaggio, della tutela dell'ambiente, della salvaguardia del territorio, ma anche dei servizi alla imprese, ai cittadini e alle zone rurali. Il futuro passa da questi scenari, che rendono ancora più urgente la necessità di affrontare il mercato con strutture di rete, in grado di fare dell'aggregazione una strategia vincente, tanto più in una regione piccola come l'Umbria.Una strada per certi versi obbligata, lungo la quale gli agricoltori vorrebbero certezze dai propri interlocutori, in primo luogo chi – istituzionalmente – dovrebbe essere al loro fianco.
L'indice è puntato, come hanno scritto in un ordine del giorno consegnato all'assessore regionale all'Agricoltura, Fernanda Cecchini, contro l'Agea "che costituisce da tempo un elemento di forte debolezza nel sistema della erogazione degli aiuti agli agricoltori in almeno 12 regioni italiane". I perduranti ritardi nelle erogazioni da parte di Agea, "annullano non solo gli sforzi compiuti dalla Regione Umbria per approvare in tempi record le misure a superficie del nuovo PSR, ma rischiano di vanificare specifiche programmazioni strategiche quali il Piano regionale zootecnico e il Progetto speciale Olio in fase di avvio". Non solo denuncia, però, ma anche proposte per un futuro da protagonisti durante il convegno alla sala Maschiella del Centro Congressi di Agriumbria. Di fronte a centinaia di agricoltori, il presidente regionale della Cia Domenico Brugnoni, il responsabile nazionale dell'ufficio fiscale Cia Massimo Bagnoli, Manuel Vaquero Pineiro dell'Università di Perugia, l'assessore regionale Cecchini e il direttore generale delle Casse di Risparmio dell'Umbria Pietro Buzzi hanno offerto chiavi di lettura e spunti di grande interesse. E gli imprenditori agricoli dell'Umbria hanno fatto capire di esserci, di voler fare squadra nell'interesse delle proprie aziende.Non a caso, nei prossimi mesi, la Cia organizzerà degli incontri a livello territoriale per mettere ulteriormente a fuoco le opportunità di reddito possibili per l'agricoltura del terzo millennio.

Articolo di Mauro Barzagna (Corriere dell'Umbria)

Le interviste e le immagini di AviNews al link https://www.youtube.com/watch?v=J99ucFm2YLw

Dal 1 al 3 aprile 2016, presso l'Umbriafiere di Bastia Umbria, si svolgerà la 48° edizione di Agriumbria l'agricoltura in primo piano - mostra nazionale agricoltura zootecnia alimentazione.

Lo stand istituzionale della CIA (padiglione 7) ospiterà anche uno spazio dedicato alle Fattorie dreams@work, un nuovo progetto volto a valorizzare il ruolo delle fattorie nell'ambito della diffusione di una nuova cultura di sviluppo della qualità della vita. Le fattorie hanno per loro natura un ruolo guida nella didattica dello stile di vita sano e del ritorno ai ritmi naturali. Le fattorie perseguono un approccio olistico al benessere che non può e non deve essere ridotto al fattore alimentare ed ambientale, ma che impone di rivedere l'intero modello di sviluppo economico-sociale.

 

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo le fattorie dreams@work della CIA stanno lavorando alla creazione di reti regionali, nazionali e internazionali che facilitino l'incontro e il confronto  tra le fattorie e favoriscano la formazione e l'informazione.

Disappunto della Cia di Orvieto per l'orientamento della Regione

Si è riunito nei giorni scorsi il Consiglio direttivo della Confederazione italiana agricoltori di Orvieto che, tra l'altro, ha affrontato la questione dell'ampliamento della discarica "Le Crete".
A tal proposito tutti i presenti all'incontro hanno manifestato disappunto e contrarietà rispetto all'orientamento assunto dalla Regione Umbria favorevole ad un incremento di un sito già adesso fortemente impattante con l'ambiente.
La valorizzazione del territorio e delle sue produzioni, unica risorsa dell'Orvietano, secondo la Cia non può coesistere con tale inaccettabile scelta che metterebbe a rischio gli sforzi compiuti finora, volti a dare un'immagine di vivibilità e di qualità della vita e delle produzioni.
Per gli agricoltori il nome della Città della Rupe deve indissolubilmente rimanere legato al vino, all'olio, alle bellezze del suo territorio e non certo a quella che potrebbe diventare la più grande discarica del Centro Italia.
La posizione della Regione è ancor più incomprensibile nel momento in cui Istituzioni e Organizzazioni economiche stanno collaborando attivamente per utilizzare al meglio i Fondi strutturali comunitari, le risorse messe a disposizione dal Contratto di Fiume e quelle per l'Area Interna comprendente il territorio dell'Orvietano, proprio facendo leva sulle sue eccellenze produttive, paesaggistiche e storiche.
Il Consiglio direttivo della Cia di Orvieto, pertanto, ha chiesto unanimemente alla Regione di rivedere radicalmente l'orientamento assunto sulla discarica "Le Crete" e di favorire in ogni modo uno sviluppo fondato sulla valorizzazione delle tipicità del territorio.

Orvieto, 24 marzo 2016

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