Dopo giorni di siccità, arriva la grandine. Le aziende agricole affrontano una crisi dopo l'altra: subito un progetto di vera sostenibilità economica o si rischia lo stop alla produzione
Perugia – Giorni di afa e siccità, con temperature oltre la media stagionale, interrotti da una brusca grandinata, con chicchi grossi come biglie di vetro, e pioggia torrenziale di pochi minuti. Quanto è bastato, questo pomeriggio, a danneggiare i campi coltivati di alcune aziende agricole che adesso dovranno rimboccarsi le maniche e fronteggiare, conti alla mano, i capricci di un clima che ha ormai abbandonato la mitezza del Mediterraneo per diventare sempre più tropicale.
Le zone colpite dalla violenta grandinata
Filmati amatoriali, fotografie e post allarmanti sui social network sono arrivati da alcune aziende agricole vitivinicole e ortofrutticole, che si trovano nei comuni della Val Nestore, in particolare Piegaro, Panicale (Pietrafitta e Tavernelle in modo più significativo), Deruta e Marsciano, così come nella zona tabacchicola dell'Alta Valle del Tevere. In queste condizioni, essenziali risultano le polizze assicurative contro le calamità naturali, grandine in particolare che, come Cia Umbria, auspichiamo troveranno sempre garanzia di un supporto nelle Politiche comunitarie.
Una crisi dietro l'altra per l'agricoltura
"L'agricoltura oggi è attaccata da mille problematiche. - ha commentato Matteo Bartolini, presidente Cia Umbria - Unitamente al Coronavirus, infatti, ci sono anche i cambiamenti climatici da affrontare, che non dobbiamo dimenticare o sottovalutare. Come produttori agricoli stiamo attraversando una crisi dietro l'altra, che rischia di far alzare bandiera bianca a molte piccole aziende umbre. Non bastano le risorse stanziate dal Governo per far fronte all'emergenza Covid, se poi dimentichiamo un piano adeguato di sostegno per tutelare i produttori dai danni della fauna selvatica e da un clima bizzarro che le aziende agricole devono essere messe nelle condizioni di poter gestire, con l'aiuto di moderne strumentazioni e il giusto supporto economico per investimenti in tecnologie avanzate. Se a questo si aggiunge il danno economico di una filiera agroalimentare che non riconosce all'agricoltore il giusto prezzo, è chiara l'urgenza di un progetto di sostenibilità economica per le nostre aziende che permetta loro di essere resilienti ai cambiamenti climatici, all'iniquità dei mercati, alle pandemie e ad altro ancora".
Per approfondimenti e interviste:
Emanuela De Pinto
Ufficio Stampa Cia Umbria
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