Agriturismi aperti anche in Umbria per vivere una piacevole domenica di primavera

La Giornata nazionale dell'Agriturismo, manifestazione annuale ideata da Turismo Verde nel 2007 e giunta quest'anno alla sua XI edizione, si svolgerà in tutta Italia domenica 26 marzo. Nell'anno internazionale del turismo sostenibile l'evento appare ancor più significativo proprio perché le aziende agrituristiche, espressione matura della multifunzionalità dell'agricoltura, rappresentano quanto di più naturale, sostenibile e responsabile possa mettere a disposizione la nostra offerta di ospitalità. Al di là della ormai ragguardevole consistenza numerica (in Umbria, a fine 2016, gli agriturismi erano 1.342 con 21.657 posti letto) la loro qualità e la loro autenticità costituiscono elementi di grande attrazione per il turista moderno e consapevole. Infatti, nonostante gli ultimi quattro mesi dello scorso anno siano stati funestati dagli eventi sismici - con le negative ripercussioni sui flussi turistici in tutta la nostra regione - l'agriturismo umbro ha fatto registrare nel 2016 un aumento delle presenze del 4,24 per cento ed un aumento più limitato degli arrivi (0,62 per cento). Sicuramente queste percentuali sarebbero state ben più consistenti in una situazione di relativa normalità; comunque dimostrano la vivacità del comparto ed il gradimento che la vacanza in campagna riscuote sia presso i turisti italiani sia, soprattutto, presso quelli stranieri che, nel 2016, hanno fatto registrare in Umbria considerevoli percentuali di aumento rispetto al 2015 (arrivi +9,97 e presenze +8 per cento). Domenica, pertanto, in occasione della Giornata nazionale, saranno tanti gli agriturismi della nostra regione che apriranno le porte a tutti coloro che li vorranno conoscere ed apprezzare, tra questi quelli di seguito indicati: 


FATTORIA DEL CERRETINO

Umbertide Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , www.cerretino.it

tel. 075/9302103
referente: Rinaldo Giannelli

LA CERQUA Pietralunga
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , www.cerqua.it
tel. 075 9460283
referente: Gino Martinelli

AGRILEISURETIME Spoleto
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www.agrileisuretime.it
tel. 0743 260916, 335.6880998
referente: Antonio Lattanzi

LOCANDA ROSATI Orvieto
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www.locandarosati.it
tel. 0763 217314, 348 7466451
referente: Giampiero Rosati

ZAFFERANO E DINTORNI Sant'Anatolia di Narco
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.zafferanoedintorni.it
tel. 0743 613080, 349 5245022
referente: Marta Giampiccolo

Brugnoni: “Utilizzare subito e bene le risorse per psr e aree interne”

Il 2016 è stato un anno nero per il settore primario. A sostenerlo è Domenico Brugnoni, presidente di Cia Umbria, nella sua relazione alla Direzione regionale dell’Organizzazione, tenutasi il 15 marzo a Perugia alla presenza del vicepresidente nazionale Antonio Dosi.

L'agricoltura italiana – ha ricordato il presidente - ha perso nel 2016 lo 0,7 per cento del suo valore aggiunto facendo registrare, dopo finanza e assicurazioni, la peggiore performance tra le attività economiche nazionali. Le quotazioni dei prodottiall'origine,rispetto al 2015, hanno ceduto oltre 5 punti percentuali, con il prezzo del grano mai così basso dal 2009. Nel 2016 abbiamo assistito a un netto peggioramento della sostenibilità economica aziendale con una flessione del reddito in Italia per unità di lavoro agricola pari all'8 per cento, contro una media europea del 2 per cento. Il Belpaese è diventato così fanalino di coda nella classifica dell'Ue”.

Non va meglio all’Umbria dove le criticità sono ancora tante, “a partire dagli inconcepibili ritardi – ha continuato Brugnoni - nel pagamento dei contributi comunitari da parte di Agea (manca buona parte del 2015) che, nonostante il via libera della Commissione europea, non sta erogando quanto dovuto alle imprese umbre. Lungaggini inspiegabili si registrano anche nell'attivazione piena dei bandi della nuova programmazione.”

Nella nostra regione ci sono tante risorse pubbliche da utilizzare nei prossimi anni: 877 milioni solo per il Psr, cui vanno aggiunte quelle del Fondo per le aree interne.

La Cia Umbria chiede che tali fondi vengano velocemente impegnati per realizzare misure volte a: migliorare la competitività delle aziende; creare start up di giovani agricoltori; qualificare i prodotti; sostenere investimenti in direzione della green economy; riconoscere le cosiddette esternalità positive; valorizzare il ruolo sociale delle imprese agricole multifunzionali; avviare una nuova politica di promozione  delle risorse ambientali, paesaggistiche, turistiche e agricole in primo luogo nelle aree protette (Parchi Regionali); definire una nuova programmazione dell’attività faunistico-venatoria per riportare in limiti accettabili le popolazioni di selvatici dannosi per l’agricoltura e per la zootecnia (cinghiali, lupi, nutrie etc.).

Servono inoltre sostiene la Cia chiare ed efficaci misure per aggregare le filiere produttive, per garantirne la tracciabilità, per rendere più forte l’imprenditoria agricola e metterla in condizione di confrontarsi ad armi pari nei principali comparti produttivi dell'agroalimentare umbro: cerealicolo, zootecnico, olivicolo, vitivinicolo al fine di recuperare valore a vantaggio del settore primario e competere su un mercato nazionale e internazionale sempre più selettivo.

Quanto al recente sisma, occorre una straordinaria strategia di rilancio economico che investa tutta l'Umbria “ai danni ad oggi accertati per 23 miliardi e 530 milioni di euro, si aggiungono quelli indiretti: il turismo è stato azzerato in tutto il territorio regionale. Per far fronte all'emergenza – conclude il presidente Brugnoni - si dovranno costruire ancora numerosi alloggi provvisori nei comuni di Norcia, Cascia e Preci ma anche diverse attività produttive e servizi sanitari, sociali e scolastici. Dovranno essere ripristinate le principali infrastrutture stradali per i collegamenti interregionali con Lazio e Marche e parte della viabilità interna, strategica per molte attività produttive e turistiche, come quella che conduce a Castelluccio dove gli agricoltori devono ancora seminare la lenticchia. Legume antichissimo e prezioso che garantisce reddito ai coraggiosi produttori che lo coltivano da sempre a 1500 metri sui piani carsici dei Sibillini, regalando ogni anno uno degli spettacoli più emozionanti e conosciuti al mondo opera dell'uomo e della natura: la “Fiorita”. Per questi luoghi in particolare , dovrà essere individuata e sostenuta una crescita sociale ed economica ispirata ad una visione strategica di rilancio dell'Appennino e delle Aree interne e con esse del ruolo fondamentale dell'agricoltura e della zootecnia ”.

Brugnoni ha concluso il suo intervento con un appello al governo e alle istituzioni regionali e locali: “ è necessario definire con urgenza un quadro di certezze per gli agricoltori, abbattendo una burocrazia asfissiante che ogni anno tra ritardi, lungaggini, disservizi , inefficienze , brucia 4 miliardi di valore del settore primario e sottrae ad ogni Azienda oltre 100 giornate lavorative. Solo così, si potrà intravedere un futuro per i tanti giovani che negli ultimi anni hanno deciso coraggiosamente di intraprendere l’attività agricola; ragazzi che rischiano invece, in preda alla delusione ed alla frustrazione, di rimanere prigionieri della macchina amministrativa e di essere precocemente espulsi dal mondo agricolo. Questi e tanti altri, saranno i temi che la Direzione della Cia dell'Umbria, porterà con una numerosa delegazione di agricoltori, all'attenzione della Conferenza Economica nazionale in programma a Bologna nei giorni 29, 30 e 31 marzo.

E' allarme per il movimento agrituristico delle regioni del Centro Italia toccate dal sisma: in sei mesi flessione di oltre il 50% delle presenze. L'effetto "panico" ha coinvolto anche aree distanti dai crateri, dove le strutture ricettive sono sicure e integre. L'appello dall'Assemblea nazionale di Turismo Verde: "Agriturismi vitali per le aree interne della dorsale appenninica, valgono oltre 170 milioni di euro e presidiano il territorio. Serve una grande campagna di promozione per scongiurarne l'abbandono".
In tempi normali, nel calendario degli agriturismi, questo sarebbe il momento di cominciare a registrare le prenotazioni per Pasqua e Pasquetta. Invece, dopo i ripetuti terremoti in Centro Italia, le strutture ricettive "verdi" di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio continuano a fare la conta delle perdite. L'effetto "panico" generato attorno al sisma ha bloccato i turisti, nonostante la maggior parte delle 3.852 aziende agrituristiche presenti nelle 4 regioni si trova in aree lontane dal cratere, in cui sono rispettate tutte le norme di sicurezza. Eppure un movimento che - prima degli eventi sismici iniziati il 24 agosto scorso - generava un fatturato annuo da 173 milioni di euro negli agriturismi dell'Appennino, ora segna un crollo verticale delle presenze, con i flussi turistici diminuiti fino al 50% anche nelle zone non colpite e nonostante il 95% delle strutture in perfetta efficienza. Questa la fotografia scattata da Turismo Verde, l'associazione agrituristica della Cia-Agricoltori Italiani, durante la sua Assemblea nazionale, oggi a Spoleto presso l'agriturismo "Il Baio".
Un'azienda e un luogo scelti a simbolo per dare un segnale preciso e avviare un rilancio del comparto. Come recita lo slogan dell'appuntamento: "Agriturismo presidio del territorio, pilastro per la ricostruzione". Secondo Turismo Verde-Cia, infatti, la rinascita del Centro Italia passa anche per le imprese agricole e agrituristiche che sono fondamentali per garantire la tenuta del tessuto socio-economico di queste zone del Paese, soprattutto delle aree interne. Per questo, l'organizzazione chiede alle Istituzioni di promuovere al più presto una campagna di sensibilizzazione per riportare le persone nelle regioni colpite dal sisma e rilanciare il turismo rurale, non solo con spot pubblicitari ma anche attraverso misure incentivanti come sgravi fiscali o "sconti famiglia".
D'altra parte, come raccontano i dati di settore dell'Ufficio studi della Cia presentati nel corso dell'Assemblea nazionale di Turismo Verde, la situazione è drammatica: le 2.450 strutture agrituristiche nelle Province colpite dal terremoto già registrano mancati introiti per 33 milioni di euro. Ancora più grave la perdita economica per gli agriturismi che si trovano all'interno del cratere del sisma: 655 aziende che, tra danni e assenza di guadagni, hanno già visto sfumare circa 12 milioni di euro dal 24 agosto a oggi.
"Con oltre un miliardo di euro di fatturato medio annuo -ha detto il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino- il movimento agrituristico in Italia è un fenomeno in costante crescita dal 1985 (+55% in dieci anni), rappresentando uno degli asset più performanti del settore primario e dell'economia nazionale. Il ruolo multifunzionale dell'azienda agricola ha consentito di garantire, oltre alla manutenzione e alla difesa di territori e paesaggi tipici, un indotto non secondario per le altre attività turistiche e commerciali. Solo nelle regioni della dorsale appenninica colpite dal terremoto questo valore complessivo è quantificabile in circa 300 milioni: sinonimo di occupazione, sviluppo e oggi possibilità di rinascita".
Sulla stessa linea il presidente nazionale di Turismo Verde, Giulio Sparascio: "Con quasi 240 mila posti letto e oltre 430 mila coperti a tavola, l'agriturismo è un volano su cui ora si può riattivare l'economia dell'Appennino e la ricostruzione di aree interne oggi in grave difficoltà e a rischio abbandono e spopolamento -ha spiegato-. Bisogna spegnere le paure ingiustificate e tornare a riempiere gli agriturismi e le strutture ricettive di tutto l'Appennino. Tornare a visitare le regioni e le province colpite dal terremoto rappresenta un gesto di vera solidarietà. Per non perdere una risorsa preziosa come il turismo e permettere al Centro Italia di ripartire".http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/multimedia/ContentItem-5c882dee-c61c-4ac5-b145-a15f14a74e78.html

 

In allegato: rassegna stampa

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