I GIOVANI AGRICOLTORI CHIEDONO TUTELE E CERTEZZE ALLA REGIONE UMBRIA, SIA NELLA FASE DI AVVIO, CHE NEL PROSEGUO DELL'ATTIVITA'
"Per poter guardare con fiducia al futuro dell'agricoltura, pilastro dell'economia locale e nazionale, occorre che la Regione dell'Umbria sostenga, in modo deciso e concreto, questo settore. Le risorse del Psr destinate alle imprese agricole e ai giovani agricoltori non sono sufficienti. Inoltre, cambiare le carte in tavola, quando gli agricoltori hanno assunto impegni e fatto investimenti penalizza il nostro operato": è quanto afferma Clelia Cini, presidente di AGIA, l'associazione Giovani Imprenditori Agricoli, aderenti a Cia Umbria.
La presidente critica la proposta di modifica di alcune misure del PSR avanzata dalla Regione dell'Umbria, si pone a fianco della Cia Umbria e, a nome dell'Agia, non condivide la posizione della Regione che, senza motivazione, ha respinto le richieste avanzate dalle organizzazioni professionali agricole e dall'ordine degli agronomi. "Bisogna dare sicurezza ai giovani che, in Umbria in un momento di difficoltà, hanno deciso ancora di investire in agricoltura – commenta la presidente Cini – c'è necessità di regole e risorse certe da destinare al nostro comparto, non solo per la fase di start up, ma anche per il proseguimento dell'attività. Chiediamo che vengano confermati tutti i contributi richiesti e finanziate tutte le domande inserite in graduatoria così come è avvenuto per l'agrindustria".
Per l'associazione, non possono essere accettate alcune forti criticità, contenute nei provvedimenti regionali, che sono state evidenziate in diverse occasioni, quali la retroattività delle modifiche e la riduzione del volume della spesa che penalizzeranno tutte le imprese, ma principalmente le piccole aziende agricole. Non solo. "Le imprese agricole e zootecniche e i giovani agricoltori dell'Umbria non si vedrebbero più riconoscere in termini di aiuti, quanto annunciato con enfasi nei vari incontri dalla Regione e previsto da un PSR che vanta complessivamente 877 milioni di euro: tutto ciò, a fronte di investimenti realizzati, impegni assunti e forti esposizioni economico-finanziarie".
Netta contrarietà di AGIA anche all'intenzione della Regione di rivedere a ribasso il valore dei premi, relativamente ad alcune colture per le misure agroambiente e biologico e alla volontà di operare un taglio percentuale e/o per territori per l'indennità compensativa, così come alla decisione di non riaprire a nuove domande l'opportunità di avvalersi della misura 14 - benessere animale. "Gli agricoltori e gli allevatori umbri - sottolinea Cini - fanno affidamento sul valore di questi premi per sostenere gli incomprimibili costi di produzione e gli obblighi derivanti dalle certificazioni e dai controlli sempre più stringenti".
L'Agia – conclude la presidente – auspica "un immediato cambiamento di posizione da parte della Regione".
La Spesa in Campagna Umbria a Roma
L'associazione per la promozione della vendita diretta della Cia-Agricoltori Italiani ritorna nella sua "vetrina" al centro di Roma, dove sara' possibile acquistare prodotti sani e genuini direttamente dalle aziende agricole umbre.
Situata in via Bissolati 35, al Temporary Shop del CRA - Generali, la "vetrina" restera' aperta martedì 16 e mercoledì 17 marzo, dalle ore 10 alle ore 18, con l'obiettivo di creare una "buona abitudine di spesa" favorendo il rapporto diretto tra consumatore e produttore.
L'appuntamento e' con i prodotti d'eccellenza dell'Umbria: salumi, formaggi da latte ovino, lenticchia di Castelluccio, farro, roveja, olio extra vergine di oliva e aromatizzato al limone, confetture, conserve vegetali, zafferano, fagiolina del Trasimeno, prodotti da forno, cereali secchi e trasformati, tutti confezionati dalle nostre aziende associate.
L'intento dell'associazione, promossa dalla Cia, e' quello di promuovere le migliori produzioni tipiche e tradizionali delle regioni d'Italia con i loro "saperi e sapori".
CHIEDIAMO EQUO TRATTAMENTO RISPETTO ALL'AGROINDUSTRIA
La Confederazione italiana agricoltori dell'Umbria non condivide la posizione della Regione dell'Umbria che senza motivazione ha respinto le richieste avanzate dalle organizzazioni professionali agricole e dall'ordine degli agronomi, relative ai nuovi bandi investimenti del PSR riservati alle aziende agricole. In una lettera a firma del dirigente competente la Regione comunica che "ha fatto propri solo alcuni suggerimenti riconducibili alla formulazione delle varianti e alla documentazione inerente l'agibilità". In questo modo, restano tutte le criticità evidenziate in più occasioni dalla Cia Umbria, in particolare la retroattività delle modifiche e la riduzione del volume della spesa che penalizzeranno tutte le imprese e principalmente le piccole aziende agricole.
"Le risorse del Psr destinate alle imprese agricole e ai giovani agricoltori – ribadisce il presidente della Cia, Domenico Brugnoni - non sono sufficienti". Brugnoni definisce "importante la disponibilità prevista nel PSR di 20 milioni di euro a vantaggio di beneficiari pubblici, regione, enti locali singoli o associati, gestori delle aree naturali protette, fondazioni e associazioni senza scopo di lucro, per interventi a supporto delle potenzialità di crescita delle zone rurali e per favorirne lo sviluppo sostenibile". Così come ritiene importante la dotazione di risorse aggiuntive assegnate per complessivi 19 milioni e 700.00 all'Agroindustria. Tuttavia, "non c'è equilibrio fra quanto impegnato per gli Enti locali, assegnato alle imprese dell'agroindustria e quanto destinato alle imprese agricole: così come la Regione – commenta il presidente - ha ritenuto opportuno prevedere risorse per gli enti locali per 'Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali', e ha coperto l'intero fabbisogno della graduatoria degli investimenti per 'la trasformazione, commercializzazione e lo sviluppo dei prodotti agricoli', a favore dell'Agroindustria, occorre considerare allo stesso modo un incremento per gli investimenti delle imprese agricole".
Il presidente ricorda che "molte aziende agricole, come consentito dai bandi, hanno già avviato il proprio programma di investimenti dalla data di presentazione della domanda avvenuta il 30 Aprile 2016 e che da allora non sono stati aperti nuovi bandi a sportello e individuate risorse aggiuntive come invece previsto".
Nel ribadire che "non si possono cambiare le regole in corsa", per il presidente è "irricevibile ogni proposta di modifica dei parametri di assegnazione dei punteggi e di riconoscimento dei contributi per la pubblicazione di un prossimo bando ai cui nuovi principi dovrebbero sottostare tutte le domande non finanziate nelle graduatorie in essere".
Le imprese agricole e zootecniche e i giovani agricoltori dell'Umbria a fronte di investimenti realizzati, impegni assunti e forti esposizioni economico-finanziarie - denuncia Brugnoni - non si vedrebbero più riconoscere in termini di aiuti, quanto annunciato con enfasi nei vari incontri dalla Regione e previsto da un PSR che vanta complessivamente 877 milioni di euro. Restano poi - sottolinea la Cia - per le tante aziende agricole e zootecniche dell'Umbria le criticità delle domande a superficie, fra cui "l'intenzione della Regione di rivedere a ribasso il valore dei premi, relativamente ad alcune colture per le misure agroambiente e biologico; la volontà di operare un taglio percentuale e/o per territori per l'indennità compensativa e la decisione di non riaprire a nuove domande l'opportunità di avvalersi della misura 14 - benessere animale".