Smantellate le coperture di serre, fienili e rimesse attrezzi

Il forte vento che si è abbattuto ieri sulla nostra regione ha provocato danni enormi alle strutture agricole soprattutto in Alto Tevere nel territorio dei comuni di San Giustino, Citerna, Pietralunga e Monte Santa Maria Tiberina. A denunciarlo è la Confederazione italiana agricoltori che ha provvisoriamente quantificato in circa un milione di euro l'entità dei danni subìti dalle aziende agricole. Colpite, in particolare, le serre utilizzate per produrre piantine di tabacco e ortaggi, letteralmente scoperchiate dalle potenti folate con rilevanti danneggiamenti non solo alle strutture ma anche alle coltivazioni, completamente distrutte. Tante abitazioni rurali ed allevamenti, specie in alta collina, hanno subìto gravi disagi per l'interruzione nella erogazione di energia elettrica, così come per la caduta di diverse piante. Il vento è stato altrettanto devastante per fienili, rimesse per attrezzi e coperture varie. La Cia dell'Umbria chiede, pertanto, alla Regione di attivarsi per procedere ad una precisa quantificazione economica dei danni sia in Alto Tevere che negli altri territori umbri interessati, nonché di verificare la possibilità di sostenere finanziariamente le imprese agricole così duramente colpite.

Perugia, 6 marzo 2015

Se ne parlerà giovedì e venerdì a Terni ed a Perugia

Puntare con decisione sul risparmio energetico rispettando l'ambiente e migliorando il reddito degli imprenditori del settore. E' questo, in sintesi, l'obiettivo che Regione Umbria e l'Aiel – l'Associazione Italiana Energie Agroforestali promossa dalla Confederazione italiana agricoltori – intendono raggiungere con i due incontri pubblici che si terranno il primo a Terni, nella sede di Arpa Umbria in Via Dalla Chiesa 32, giovedì 26 febbraio dalle 17 alle 18,30 ed il secondo a Perugia, nella Sala Fondazione S. Anna in Viale Roma 15, venerdì 27 febbraio sempre dalle 17,30 alle 19. I due appuntamenti, rivolti a tutta la cittadinanza, rientrano nell'ambito delle azioni previste dal protocollo recentemente sottoscritto da Regione ed Aiel per divulgare ed incentivare l'utilizzo di energia alternativa in Umbria e sono organizzati in stretta collaborazione con le Amministrazioni comunali di Terni e di Perugia. Nel corso dei due incontri sarà presentata e diffusa una guida pratica sul corretto utilizzo di caldaie e apparecchi domestici a biomasse legnose, in linea con le misure del Piano Regionale della qualità dell'aria. Anche il Governo, con il Decreto-legge "Milleproroghe", ha rinnovato l'attenzione nei confronti delle problematiche connesse alla produzione di energia da fonti rinnovabili prorogando per il 2015 i relativi benefìci fiscali. Esistono, pertanto, condizioni favorevoli per diffondere intelligentemente le agroenergie anche in Umbria. Ai due incontri parteciperanno: Silvano Rometti, assessore regionale all'Ambiente; Domenico Brugnoni, presidente di Aiel e di Cia Umbria; Marino Berton, direttore generale di Aiel e Dario Ridolfi di Aiel. All'incontro di Terni sono previsti, inoltre, gli interventi dell'assessore comunale all'Ambiente Emilio Giacchetti e di Monica Angelucci di Arpa Umbria, mentre a quello di Perugia interverranno l'Energy Manager del Comune Daniele Volpi ed il direttore tecnico di Arpa Umbria Giancarlo Marchetti.

Perugia, 24 febbraio 2015

Il convegno della Cia oggi a Orvieto rilancia la necessità di una vera politica di prevenzione del territorio, che non può prescindere dalla fondamentale attività di presidio e tutela degli operatori agricoli, soprattutto nelle aree marginali. I terreni coltivati e quelli boschivi svolgono un ruolo essenziale per stabilizzare i versanti e trattenere le acque. Il presidente Scanavino: basta con la cementificazione selvaggia che ha cancellato più di 2 milioni di ettari di suolo agricolo in vent'anni, è tempo di valorizzare il settore primario quale volano di riequilibrio territoriale, in un Paese in cui il rischio idrogeologico riguarda il 9,8% della superficie nazionale e ben l'82% dei comuni.

Frane, alluvioni, smottamenti e piene. L'Italia ha il triste primato in Europa di Paese a maggior rischio idrogeologico, un "pericolo" che coinvolge quasi il 10% della superficie nazionale e riguarda ben 6.633 comuni, ovvero l'82% del totale. Eppure, a dispetto di questa altissima criticità, solo ora si comincia a lavorare su una vera politica di difesa del suolo. Che però, per essere efficace, deve finalmente riconoscere il ruolo degli agricoltori come "manutentori" del Paese. Perché, per prevenire il dissesto idrogeologico dei territori, la soluzione migliore è coltivarli. E' quanto è emerso dal convegno nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori, oggi a Orvieto a Palazzo dei Congressi, dedicato proprio a "L'impegno degli agricoltori contro il dissesto idrogeologico".
Per evitare il ripetersi di continue emergenze maltempo, purtroppo troppe volte con risvolti tragici, ma anche per una questione economica, è sempre più evidente che il territorio italiano deve essere "messo in sicurezza", senza ulteriori indugi da parte della politica -ha sottolineato la Cia-. Non prevenire, infatti, è già costato al Paese 22 miliardi di euro negli ultimi vent'anni. Solo per riparare i danni causati da frane e alluvioni. Diventa chiaro, quindi, che tocca invertire la rotta e, invece di gestire le conseguenze drammatiche del dissesto idrogeologico, investire sulla prevenzione e mettere in campo azioni organiche di tutela e conservazione del suolo.
In questo senso, il ruolo degli agricoltori è fondamentale. I terreni coltivati, infatti, insieme a quelli boschivi, giocano un ruolo essenziale per stabilizzare e consolidare i versanti e per trattenere le sponde dei fiumi, grazie anche alla capacità di assorbimento e di riduzione dei tempi di corrivazione, aiutando così a scongiurare frane e cedimenti del terreno -ha evidenziato la Cia-. Ogni forma di coltivazione obbliga a un corretto regime delle acque e questo comporta una sensibile diminuzione dell'esposizione dei versanti al rischio di smottamenti e dei fondovalle al pericolo di allagamenti.
Purtroppo però, la cementificazione costante e non sempre regolamentata ha già cancellato negli ultimi vent'anni oltre 2 milioni di ettari di terreno agricolo a ritmi vertiginosi (oltre 11 ettari l'ora, quasi 2.000 a settimana e oltre 8.000 al mese) e questo processo molto spesso non è neppure stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque -ha ricordato la Cia-. Si è lasciato spazio all'incuria, al degrado, all'abbandono da parte degli agricoltori, la cui opera di presidio e di manutenzione è invece prioritaria, soprattutto nelle aree marginali di collina e di montagna.
Per questo ora bisogna fare un deciso passo avanti -è l'appello lanciato nel corso del convegno-. Servono nuove e adeguate politiche di prevenzione del territorio, a partire dalla legge per il contenimento del consumo di suolo, a cui affiancare una puntuale azione di vigilanza e controllo delle situazioni a rischio che deve coinvolgere gli operatori agricoli.
"Gli agricoltori -ha detto il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino- devono esercitare un ruolo di primo piano nella difficile impresa di tutela del territorio. Gli strumenti esistono e si attuano tramite le convenzioni tra le amministrazioni locali e le imprese agricole, che in un'ottica di sussidiarietà possono esprimere multifunzionalità e pluriattività". Secondo Scanavino, insomma, "occorre porre immediato riparo e lavorare in tempi veloci per costruire un sistema ambientale realmente sostenibile, valorizzando il ruolo essenziale dell'agricoltura quale volano di riequilibrio territoriale, produttivo e sociale".
I lavori dell'iniziativa di Orvieto sono stati aperti dal sindaco Giuseppe Germani e dal presidente di Cia Umbria Domenico Brugnoni. Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente Ispra Bernardo De Bernardinis, il sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo, il presidente della commissione Agricoltura della Camera Luca Sani, il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti, il vicepresidente dell'Anbi Donato Di Stefano, il segretario dell'Autorità di bacino dell'Arno e del Serchio Anna Checcucci e il presidente del Ceja Matteo Bartolini. Ha moderato l'incontro il direttore del Corriere dell'Umbria Anna Mossuto.

Orvieto, 18 febbraio 2015

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