Un vero e proprio ecosistema di imprese, ormai sono sempre di più, che realizza prodotti e servizi in linea con i principi della sostenibilità e dell'economia circolare. Torna l'ottava edizione di Fa' la Cosa Giusta dal 17 al 19 novembre a UmbriaFiere a Bastia Umbra. Saranno oltre 120 gli stand dove poter conoscere e acquistare soluzioni e servizi per uno stile di vita sostenibile. Dall'abbigliamento alla cosmesi, dall'arredamento delle nostre case al risparmio energetico, dai prodotti e giochi per l'infanzia al cibo buono, certificato, biologico e tipico. Realtà virtuose che fanno bene all'economia del Paese e sono attente al loro impatto sociale e ambientale. Cia Umbria partecipa in modo attivo a Fa' la cosa giusta, creando in uno spazio dedicato momenti di confronto, eventi, seminari che hanno come protagonista l'agricoltura oggi. Ovvero un'agricoltura che non si limita alla produzione di cibo per la comunità, ma che è parte integrante della società e che guarda a temi attuali, come quello della sostenibilità.
L'area di Cia Umbria ad Umbriafiere a Bastia Umbra accoglierà i bimbi delle scuole che saranno impegnati con le fattorie didattiche.
Tre gli appuntamenti principali nell'area di Cia Umbria. Si parte venerdì, dalle 11.30, con il panel "Rigenerazione urbana: la cosa giusta": al centro le buone pratiche di riqualificazione di aree urbane attraverso iniziative di progettazione partecipata tra istituzioni, associazioni e cittadini.
Sabato, invece, dalle 10.30, sarà la volta di "Il prezzo del cibo: una questione etica!": a confronto il costo del prodotto agricolo e qual è quello che remunera correttamente il produttore. Domenica, alle 10.30, via al "Progetto Milimat: integrazione dei migranti in agricoltura - Buone pratiche di inclusione socio-lavorativa e fabbisogni delle imprese, dei migranti e il ruolo delle associazioni".
Ci sarà, inoltre, un agrimercato con protagonisti i produttori agricoli della filiera corta e l'area agriristoro che ospiterà la rete del Luppolo made in Italy e un'area dedicata alle cantine del territorio.
Agricoltori umbri in piazza a Roma
In duecento dall'Umbria alla manifestazione organizzata da Cia per sensibilizzare sulle problematiche del settore
PERUGIA - Oltre duemila agricoltori a Roma, in duecento dall'Umbria, per dire, con Cia, "Non toglieteci il futuro". Giovedì 26 ottobre la manifestazione nazionale degli imprenditori agricola ha riempito piazza Santi Apostoli e le vie del centro di tantissimi produttori e allevatori arrivati da tutt'Italia, con cartelli e bandiere verdi, per protestare contro una crisi che, dal campo alla tavola, sta portando i prezzi alle stelle e rendendo gli agricoltori più poveri.
«Avevamo la necessità di accendere i riflettori rispetto al settore primario dell'agricoltura – ha detto il presidente di Cia Umbria Matteo Bartolini - . La realtà è che i nostri associati, le nostre aziende, sono in seria difficoltà. Il 2023 è segnato dalla produttività quasi dimezzata di uva da vino, olio e anche il grano è in crisi e, in contesti come il nostro, privati da spopolamento e degrado ambientale delle aree rurali e interne, si aggiungono anche i danni da una fauna selvatica che, nonostante un aggiornamento normativo, continuano a causare problemi agli agricoltori. Oramai, coprire i costi di produzioni per alcuni è quasi impossibile.
E questo anche per le difficoltà che la politica ci pone, come ad esempio le questioni che in Europa sono in discussione. Come la riduzione di fitofarmaci o il cambio regolamento sugli imballaggi. Molte delle questioni che si decidono a Bruxelles impattano profondamente sulla vita e sulla sostenibilità economica e sociale delle nostre aziende.
Siamo scesi in piazza a Roma per chiedere che, una volta messi a conoscenza i decisori politici, ci si possa sedere al tavolo insieme a loro e trovare le soluzioni per mantenere in vita questo settore primario».
Cia Agricoltori italiani dell'Umbria
Ufficio stampa
Cristiana Mapelli 338 3503022
Dal campo alla tavola prezzi in aumento anche del 500%: gli agricoltori umbri protestano a Roma
Giovedì anche Cia Umbria in piazza per la grande mobilitazione
PERUGIA – "Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri. Non toglieteci il futuro". È lo slogan della manifestazione indetta da Cia Agricoltori Italiani che giovedì 26 ottobre farà convergere a Roma, in piazza Santi Apostoli, gli agricoltori da tutt'Italia, Umbria compresa.
«È arrivato il momento di manifestare il nostro dissenso e la nostra insofferenza attraverso azioni concrete e di impatto mediatico – ha dichiarato Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori Italiani dell'Umbria –. I temi della mobilitazione sono molteplici: crisi di mercato e concorrenza estera, filiere e manodopera, aree interne e fauna selvatica, risorse idriche e consumo di suolo, ambiente e fake news sono i temi chiave che Cia porterà in piazza nell'interesse della salute pubblica, dei territori, della sovranità alimentare e del Paese».
In preparazione pullman con le rappresentanze del settore umbre, insieme a quelle di tutta Italia, per portare nella capitale i problemi dell'agricoltura.
Tra le attività produttive l'agricoltura è stata quella più esposta ai fenomeni ed eventi epocali per portata e conseguenza: la crisi energetica, gli effetti della guerra in Ucraina e della crisi climatica, le emergenze fitosanitarie che quest'anno hanno dimezzato la produzione di vino e olio, solo per citarne alcuni. Oramai tutte le imprese agricole non riescono a coprire i costi di produzione oltre a subire il peso dell'inflazione, le problematiche legate ai cambiamenti climatici e le sfide della transizione green.
A tutto questo si aggiungano i rincari del gasolio, concimi ed energetici con cui gli imprenditori agricoli devono fare i conti.
In contesti come il nostro, profondamente provati da spopolamento e degrado ambientale delle aree rurali e interne, si aggiungono anche i danni da fauna selvatica che, nonostante un recente aggiornamento normativo, continuano a causare problemi agli agricoltori. Di fronte alle montagne russe che caratterizzano i mercati delle commodity servono soluzioni nuove. Per alcune materie prime l'aumentata volatilità ha portato i prezzi a raddoppiare o a crolli improvvisi nel giro di pochi mesi, rendendo sempre più difficile per gli operatori agricoli affrontare queste situazioni di mercato.
Mentre per il consumatore il costo della spesa è aumentata, per i rincari energetici ed inflazionistici, al produttore del Made in Italy dell'agroalimentare non viene riconosciuto il giusto prezzo.
Un'analisi statistica sulla variazione percentuale tra prezzi all'origine e prezzi al consumo nel bimestre agosto – settembre 2023 ha evidenziato come il prezzo del prodotto coltivato e raccolto sul campo sia enormemente inferiore a quello imposto sui banchi dei supermercati. Ad esempio, il grano duro italiano, negli ultimi mesi, è pagato 35 centesimi al chilo, vale a dire il 494% in meno rispetto al prezzo medio di un kg di pasta. I pomodori, nel passaggio dal campo agli scaffali della Gdo, vedono aumentare il loro prezzo del 230%.
Agli allevatori e produttori di latte, viene corrisposto un prezzo di quasi 4 volte inferiore rispetto a quanto i consumatori sono costretti a spendere per un litro di latte.
Ora più che mai diventa prioritario garantire la centralità delle aziende agricole nell'economia del Paese mettendo in campo azioni a tutela del reddito, perché senza non si può né assicurare produzioni di qualità né realizzare la sovranità alimentare» ha concluso il presidente Bartolini.
Cia Agricoltori italiani dell'Umbria
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