Scaldarsi con legna riducendo impatto ambientale e costi

Riscaldare le abitazioni con i biocombustibili legnosi (legna, cippato e pellet) di qualità certificata usando stufe ad alta efficienza fa bene all'ambiente, al consumatore e contribuisce allo sviluppo sostenibile locale.
È allo scopo di perseguire l'incremento dell'efficienza energetica e la migliore qualità dell'aria che la Regione Umbria ha sottoscritto un protocollo d'intesa con Aiel, l'Associazione italiana energie agroforestali, che rappresenta l'intera filiera dal segmento della gestione forestale, la produzione delle biomasse agroforestali, la costruzione di generatori a biomasse e la loro installazione e manutenzione.
L'accordo è stato firmato l'8 settembre dall'assessore regionale all'Ambiente, Silvano Rometti, e dal presidente nazionale di Aiel, Domenico Brugnoni. "Avviamo una collaborazione importante – ha detto Rometti – che si concretizzerà con azioni e campagne di informazione e sensibilizzazione su come riscaldarsi correttamente con il legno, in sicurezza, nel rispetto dell'ambiente e dell'aria".
"L'efficienza energetica – ha rilevato – è al primo posto tra gli obiettivi della nostra Strategia energetico-ambientale regionale e al centro dell'attenzione nella nuova programmazione comunitaria, così come tra gli obiettivi fondamentali del Piano regionale per la qualità dell'aria rientra la sostituzione graduale di stufe e caminetti tradizionali con sistemi che utilizzino le tecnologie più evolute.
Si consuma meno e si riducono le emissioni di polveri sottili che rappresentano una delle maggiori componenti di inquinamento atmosferico nel periodo invernale".
"La campagna informativa servirà anche a promuovere un'opportunità poco conosciuta, quella offerta dal Conto Energia Termico – ha detto l'assessore – con un incentivo statale del 65 per cento dell'investimento che si effettua per sostituire la vecchia stufa o il caminetto con apparecchi con determinati parametri di efficacia energetica e rendimento".
"Con Aiel – ha detto ancora – promuoveremo il corretto uso delle biomasse legnose, spronando le imprese agricole affinché si possa creare una filiera umbra del settore". "Vogliamo creare e rafforzare un distretto virtuoso in Umbria – ha detto il presidente nazionale di Aiel, Domenico Brugnoni, esprimendo soddisfazione per la sigla dell'intesa – che vada dalla produzione di biocombustibili legnosi a quella dei generatori di calore.
Gli effetti positivi saranno a tutto campo, dal risparmio economico per i consumatori alla tutela dell'ambiente che deriverà dall'impiego di materiali certificati e impianti efficienti".
"L'Aiel, insieme alla Regione, sostiene l'utilizzo di biomasse legnose su scala territoriale, per uso domestico o per piccole imprese", ha detto il direttore generale dell'associazione, Marino Berton, che ha rimarcato i vantaggi del Conto Energia Termico: "chi acquista apparecchi che rispondono ai migliori standard qualitativi europei al posto dei vecchi impianti ottiene direttamente sul proprio conto corrente fino al 65 per cento di quanto ha speso".
"La nostra associazione – ha aggiunto l'imprenditore umbro Cesare Zucconi, socio di Aiel – garantisce alle aziende anche l'adeguata preparazione per aiutare il consumatore nella stesura delle domande di incentivo, al fine di favorire al massimo la diffusione di impianti ad alta efficienza".
Alla firma del protocollo d'intesa, oltre ai dirigenti e tecnici dei Servizi regionali competenti e alla coordinatrice regionale all'Ambiente Ernesta Maria Ranieri, è intervenuto Andrea Radicchi, in rappresentanza della Lega delle cooperative dell'Umbria.
La scheda
Il protocollo d'intesa tra Regione ed Aiel rientra tra le attività a supporto dell'attuazione delle misure del Piano regionale della qualità dell'aria.
Il Piano prevede, per il contenimento delle emissioni di polveri sottili, il passaggio da caminetti e stufe tradizionali a sistemi ad alta efficienza con l'obiettivo della conversione del 60 per cento degli attuali impianti tradizionali al 2015 e dell'80 per cento al 2020 nelle aree di superamento delle emissioni di polveri sottili (Perugia, Corciano, Foligno e Terni).
Nelle zone di valle e nella Conca ternana, l'obiettivo è la riduzione del 20 per cento degli attuali impianti a legna ogni cinque anni; rientrano in questa misura i territori comunali di Assisi, Collazzone, Orvieto, Todi, Bastia Umbra, Deruta, San Giustino, Torgiano, Bevagna, Marsciano, Spello, Trevi, Cannara, Narni, Spoleto, Umbertide e Città di Castello.
Il protocollo d'intesa ha la finalità di promuovere il corretto uso dei biocombustibili legnosi a scala domestica attraverso campagne informative; contenere l'impatto ambientale dovuto all'utilizzo delle biomasse, sostenendo l'uso di legna, pellet e biomasse agroforestali di qualità certificata e favorendo l'utilizzo di materie prime di origine locale, secondo processi produttivi che coniughino la sostenibilità ambientale con lo sviluppo socio-economico delle comunità locali.
Si vogliono sviluppare, inoltre, le importanti opportunità offerte dal Conto Energia Termico, che consentono di rinnovare il parco apparecchi e caldaie regionale in modo molto efficace per l'ambiente, promuovere l'uso delle migliori tecnologie di conversione energetica in sostituzione dei vecchi e obsoleti generatori di calore e il passaggio da caminetti e stufe tradizionali a legna a stufe ad alta efficienza.
L'intesa, di durata triennale, prevede attività per la qualificazione professionale degli installatori-manutentori di impianti a biomasse e l'aggiornamento professionale dei progettisti.
Verranno realizzate campagne di verifica dell'efficacia della sostituzione di stufe e camini tradizionali con sistemi ad alta efficienza nelle aree di superamento di polveri sottili individuate dal Piano regionale di qualità dell'aria.
Si valorizzerà l'uso energetico di residui di potatura e residui colturali in moderne tecnologie, con l'obiettivo di ridurre significativamente l'impatto della combustione a cielo aperto, purtroppo ancora molto praticata per la mancanza di valide alternative.

Perugia, 9 settembre 2014

Nel file allegato, gli esiti dei colloqui e delle Commissioni per l'ammissione ai corsi di formazione Agrincoming ed Eateramnia.Si ricorda ai candidati non ammessi che è possibile fare domanda per frequentare il corso come "uditori", con la possibilità di  subentrare tra gli allievi "ufficiali" nel caso si verificassero delle rinunce.
Anche agli uditori, comunque, verrà rilasciato dalla Cia dell'Umbria, al termine del corso, un certificato di partecipazione.
L'inizio delle lezioni ed il calendario del corso, corredato dei  nominativi dei docenti, verrà comunicato non appena disponibile e comunque almeno 10 giorni prima dell'avvio del corso.

Particolarmente colpita la zona di Umbertide, in alta valle del Tevere

L'ultimo feroce attacco, mortale per quattro pregiate capre di razza d'Angora, i lupi lo hanno sferrato lunedì 28 luglio. Ancora una volta ad essere colpita è stata l'azienda agrituristica Maridiana Alpaca situata nel territorio di Umbertide nella bella valle del Niccone affluente di destra del Tevere. Ancora una volta Gianni Berna, titolare dell'azienda e vicepresidente della Cia di Umbertide, ha dovuto assistere, sotto gli occhi sorpresi dei turisti suoi ospiti, al triste spettacolo dell'ispezione delle carcasse da parte dei funzionari della Asl e del loro caricamento sul camion degli smaltitori. Un mesto rituale che si ripete, sempre uguale, da quattro anni. "Da quando, nell'estate del 2010, i lupi aggredirono per la prima volta il mio allevamento – dichiara Gianni Berna – gli attacchi si sono susseguiti periodicamente ed il danno è stato enorme non solo per la perdita dei capi (25 tra ovini e caprini, 3 alpaca maschi adulti; mentre siamo riusciti a curare 7 tra capre e alpaca) ma anche perché abbiamo dovuto ridurre drasticamente la consistenza dell'allevamento che prima era tenuto allo stato libero." Per il vicepresidente della Cia di Umbertide "è ora che le istituzioni facciano la loro parte fino in fondo tentando di ripristinare, con un efficace Piano straordinario di contenimento, un equilibrio tra ambiente, attività produttive e presenza di selvatici (non solo lupi), che qui come in altre zone della regione sembra ormai irrimediabilmente compromesso." "Nell'umbertidese vi sono stati negli ultimi giorni altri pesanti attacchi a diversi allevamenti. Gli indennizzi – prosegue Berna – non risolvono il problema anche perché, quando e se arrivano, sono sempre insufficienti a coprire l'effettiva entità del danno che non è costituito solo dal valore del bestiame in sé ma anche dal guadagno che viene sottratto all'azienda per la mancata vendita di carne, lana etc. nonché dal costo per lo smaltimento delle carcasse, a totale carico dell'allevatore. Tra l'altro il lupo, essendo una specie protetta, non può essere contrastato con gli strumenti che normalmente si mettono in campo per gli altri selvatici. E' necessario, perciò, che la Regione faccia propria la proposta, avanzata a suo tempo dalla Cia dell'Umbria e ripresa di recente da alcuni Consiglieri regionali, di costituire uno specifico Tavolo con amministratori ed esperti provenienti anche da Marche, Toscana e Lazio per discutere in maniera risolutiva le azioni strategiche da attivare per risolvere il problema dell'eccessiva presenza di lupi nelle nostre campagne. Solo così – conclude il vicepresidente della Cia di Umbertide – gli allevatori potranno tornare a svolgere serenamente la loro attività."

Perugia, 30 luglio 2014

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