Agricoltura sempre più penalizzata anche nell'Alta Valle del Tevere. Non bastano le gravi difficoltà di mercato, la consistente riduzione dei prezzi specie per cereali e prodotti zootecnici, i tagli lineari agli aiuti della Pac, la prevista diminuzione del 30 per cento dei sostegni comunitari "storici" per il periodo 2014-2020, i ripetuti attacchi ad agricoltori ed allevatori di cinghiali, lupi ed altri selvatici. Ora anche i Comuni dell'area – Citerna, Monte Santa Maria Tiberina e San Giustino, con l'apprezzabile eccezione di Città di Castello - fanno la loro parte per dare il colpo di grazia al settore imponendo la TASI anche su quei fabbricati rurali strumentali che erano stati esentati dall'IMU. E così stalle per pollame e conigli, vecchi fienili, rimesse per attrezzi, ex essiccatoi ed ex cantine sono stati presi di mira da tante amministrazioni comunali. Per la Cia dell'Alto Tevere si tratta di un vero e proprio disconoscimento dei tanti impegni, presi anche nelle ultime campagne elettorali nel corso delle quali tutte le forze politiche avevano dato grande rilievo all'agricoltura come presidio del territorio e come valore aggiunto per la collettività. Tutte indicazioni ora palesemente sconfessate da scelte che vanno a colpire proprio le aziende più deboli, quelle cioè situate nelle zone più marginali. La strada giusta, per la Cia dell'Alto Tevere, è quella intrapresa dall'amministrazione comunale di Città di Castello che ha scelto di non applicare la Tasi sui beni strumentali agricoli, dimostrandosi sensibile alle esigenze del settore. Auspichiamo pertanto, conclude l'Organizzazione, che anche gli altri Comuni del nostro territorio facciano altrettanto, rivedendo le decisioni prese e dando prova di avere a cuore la sopravvivenza delle piccole aziende agricole di media e alta collina.
Perugia, 10 ottobre 2014
Cia dell'Umbria:per l'olio un anno difficile
Sempre più urgente e necessario il Piano olivicolo regionale
Si è riunito nei giorni scorsi a Perugia il Gruppo di interesse economico (Gie) olivicolo della Cia dell'Umbria per una prima valutazione della stagione olearia nella nostra regione. L'incontro, al quale hanno partecipato produttori ed esperti del settore, è stato introdotto da Massimo Sisani, coordinatore del Gie, che ha tracciato un quadro molto chiaro delle previsioni riguardanti la produzione di olive e di olio in Italia ed in Umbria. A pochi giorni dall'apertura anticipata dei frantoi, le prospettive sono quelle di una netta riduzione, che rischia di sfiorare il 40 per cento, della quantità di olio prodotto. Un calo generalizzato, previsto sia a livello regionale che nazionale, dovuto in primo luogo al particolare andamento climatico che ha favorito in alcuni casi l'attacco di parassiti e creato condizioni nel complesso sfavorevoli alla produzione. Anche la qualità rischia di essere inferiore agli standard tipici dell'olio extravergine di oliva umbro. Un quadro, quindi, non esaltante che rende ancor più urgente, a giudizio del Gie olivicolo della Cia dell'Umbria, la redazione ed una pronta attivazione del Piano olivicolo regionale, più volte annunciato dall'assessore all'Agricoltura negli ultimi mesi; uno strumento che dovrà interessare l'intera filiera - dagli impianti produttivi che vanno adeguati anche per renderli più resistenti agli effetti negativi dei mutamenti climatici in atto, alle strutture di trasformazione che andrebbero collegate tra di loro -. Gli olivicoltori temono anche problemi sul fronte dei prezzi anche se, stando ai valori riscontrabili in questi giorni in altri Paesi (ad esempio la Grecia), dovremmo assistere ad un incremento del valore anche in considerazione della riduzione della quantità prodotta. Comunque, al di là delle difficoltà dovute al calo produttivo, appare indispensabile – a giudizio del Gie olivicolo della Cia dell'Umbria – valorizzare e diffondere ulteriormente la Dop "Umbria" per assicurare una adeguata remunerazione ai produttori fornendo al mercato un olio di altissima qualità. La percentuale di olio Dop rispetto al totale prodotto nella regione è oggi intorno all'8-9 per cento; una quantità da non sottovalutare se solo si considera – è stato detto nel corso dell'incontro – che tale percentuale a livello nazionale non supera il 2 per cento. Ai lavori del Gie olivicolo ha partecipato anche Leonardo Laureti, membro della Giunta regionale della Cia e presidente del Consorzio di tutela dell'Olio Dop "Umbria" che, nel suo intervento, ha posto l'accento sulla necessità di una promozione più puntuale del nostro olio extravergine di oliva sia sui mercati nazionali che internazionali. "In tal senso l'occasione che ci viene offerta dall'Expo 2015 – ha detto – non va assolutamente persa. La cultura, le tradizioni ed il paesaggio legati all'olivo e all'olio rappresentano un elemento distintivo della nostra regione nel panorama mondiale sul quale far leva per valorizzare al massimo questa grande eccellenza. Nei giorni scorsi – ha proseguito Laureti – anche il prestigioso quotidiano New York Times ha pubblicato un articolo che ha enfatizzato le caratteristiche organolettiche e salutistiche dell'olio umbro. Si tratta di un segnale molto importante che dimostra la grande attenzione riservata in tutto il mondo alle qualità di questo prodotto-simbolo della nostra regione; ed è l'indicazione di una tendenza – ha detto ancora il presidente Laureti – destinata a consolidarsi ulteriormente di pari passo con la divulgazione, in tutti i Paesi potenzialmente fruitori, delle peculiarità uniche ed irripetibili del nostro olio, elemento trainante, insieme al vino, per tutto l'agroalimentare umbro. L'annunciato Piano olivicolo regionale – ha concluso Leonardo Laureti – dovrà, pertanto, accompagnare con intelligenza questa tendenza mettendo a disposizione, anche attraverso i sostegni del nuovo Psr 2014-2020, risorse consistenti per la filiera olivicola e per promuovere capillarmente l'olio Dop 'Umbria'".
Perugia, 10 ottobre 2014
"Maggiore attenzione per manutenzione e salvaguardia del territorio"
Stamattina Cia e Confagricoltura dell'Umbria hanno presentato alla stampa le liste "Equità e Trasparenza", promosse in vista delle elezioni, previste per il prossimo 26 ottobre, per il rinnovo del Consiglio di amministrazione del Consorzio per la Bonificazione Umbra. Nel corso dell'incontro, che si è svolto a Foligno alla presenza dei candidati, il presidente della Cia dell'Umbria, Domenico Brugnoni, e la dirigente della Confagricoltura di Spoleto, Lucia Del Pasqua, hanno sottolineato l'impegno delle due Organizzazioni agricole per assicurare un equilibrato governo del territorio attraverso la qualità delle liste presentate, composte da imprenditori agricoli esperti e competenti, in grado di guidare, in collaborazione con i rappresentanti dei Comuni, un ente così importante come il Consorzio per la bonificazione umbra. Il comprensorio del Consorzio copre una superficie di 128mila ettari e ricomprende l'intero territorio dei comuni di Bettona, Bevagna, Campello sul Clitumno, Cannara, Castel Ritaldi, Foligno, Montefalco, Nocera Umbra, Sellano, Spello, Spoleto, Trevi, Valtopina e parte del comune di Acquasparta. I consorziati sono 64.700 divisi in tre fasce secondo l'entità del contributo consortile. Di seguito la composizione delle liste promosse da Cia e Confagricoltura dell'Umbria. Prima fascia: Massimo Sisani, Bruno Properzi, Enzo Alleori, Fabio Maccarelli, Domenico Angelucci, Francesco Venturi; seconda fascia: Giuliano Nalli, Giorgio Angelucci; terza fascia: Carlo Alberto Ciri, Enzo Marcelli.
Allegato: Manifesto elettorale.
Perugia, 9 ottobre 2014