Bartolini: "Senza adeguati supporti economici e politiche di investimento rischiamo una crisi senza precedenti"

Perugia, 18 giugno 2022 – Colture distrutte, pannelli solari frantumati, capannoni e stalle allagate per la violenta grandinata che ieri -venerdì 17 giugno- ha colpito l'Umbria, in particolar modo la zona tra Pozzuolo e Petrignano del Lago, al confine con la Toscana. Dopo una primavera caratterizzata dalla siccità, che ha messo a dura prova i raccolti stagionali, adesso è la grandine delle dimensioni di albicocche, a segnare un altro durissimo colpo alle nostre aziende agricole. Ieri pomeriggio in pochissimo tempo, la Cia è stata sommersa di foto e video di imprenditori agricoli che hanno voluto documentare l'ennesimo 'scherzo' meteorologico che stravolge stagioni, temperature e condizioni ambientali che ormai da tempo non definiamo più 'cambiamento climatico'. Le grandinate in pieno giugno non sono più una novità già da qualche anno, proprio per questo chiediamo politiche più sensibili a questa problematica ormai sistematica, supportata da azioni concrete che mettano al riparo, o quantomeno sostengano con incentivi economici, risarcimenti adeguati e polizze assicurative idonee le produzioni agricole.
"La grandine è solo l'ultimo dei problemi – afferma Matteo Bartolini, presidente Cia Umbria e vice presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani per il Centro Italia – che il comparto agricolo sta vivendo. Tale disastro si aggiunge ad una già difficilissima condizione dovuta ai rincari delle materie prime, dei fertilizzanti e dei costi energetici che ci costringono a produrre il cibo che portiamo sulle tavole ogni giorno in condizione di perdita economica, per mero senso di responsabilità, e non certo per fare reddito. A tutto questo si aggiungono i danni della fauna selvatica, cinghiali in primis, ormai totalmente fuori controllo, che invadono i nostri campi facendo razzia dei raccolti e distruggendo i terreni per migliaia di euro di danni l'anno. Una situazione che si protrae nonostante la minaccia sempre più incombente della peste suina alle porte dell'Umbria, che viviamo con grande preoccupazione non solo per i nostri allevamenti suinicoli ma anche per le possibili ripercussioni sul piano turistico".
"Ci chiediamo, come Cia, per quanto ancora il settore primario potrà continuare a garantire la propria parte, a queste esasperanti condizioni, senza i necessari supporti economici. Il nostro settore, è bene non dimenticarlo, si definisce primario perché fondamentale alla vita quotidiana, senza le produzioni alimentari si entrerebbe in una crisi senza precedenti che coinvolgerebbe ogni singolo cittadino. L'agricoltura - ha aggiunto il numero uno di Cia regionale - deve essere sostenuta anche attraverso bandi che aiutino gli imprenditori agricoli ad investire in macchinari e attrezzature tecnologiche, capaci di monitorare costantemente l'andamento climatico per proteggere i raccolti e le strutture, sfruttando quelle innovazioni tecnologiche che la ricerca mette in campo, facendo sì che siano accessibili a tutti, grandi e piccole aziende agricole, che sono il cuore produttivo dell'Umbria. Senza adeguate politiche di prevenzione e programmazione l'agricoltura non potrà superare la crisi attuale".
In allegato, foto e video della grandinata.

 

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La nomina su proposta del presidente Fini con particolare riferimento alle politiche europee

Roma, 14 giugno 2022 – Matteo Bartolini, già alla guida della Cia Umbria, è stato eletto vice presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani per il Centro Italia, con particolare riferimento alle politiche europee. L'elezione, su proposta del presidente Cristiano Fini, è avvenuta oggi a Roma durante il primo rinnovato Consiglio direttivo nazionale Cia.

"Sono onorato di ricoprire questo ruolo, - ha affermato Bartolini - soprattutto in riferimento agli obiettivi che l'Europa ha posto a tutti i Paesi membri e verso la cui istituzione nutro da sempre un profondo senso di appartenenza e di fiducia che mi ha visto già al lavoro proprio a Bruxelles negli anni passati. Oggi, le problematiche che stiamo vivendo, dai costi delle materie prime a quelli energetici, ci danno la consapevolezza che dobbiamo ripartire ritrovando un senso di comunità che abbiamo dimenticato, trovando soluzioni che siano frutto di una collaborazione attiva non più solo con gli agricoltori di tutto il Centro Italia, ma anche con le altre associazioni datoriali e con la società civile in primis. Le Comunità del cibo, così come le Comunità energetiche sono un esempio di come dare forza ai nostri territori del Centro, alla nostra Umbria e alle nostre aree interne, che spesso subiscono il disagio del divario digitale, economico e sociale che porta all'abbandono e allo spopolamento.

Il New Green Deal e la PAC - ha concluso il neo vice presidente Cia - ci indicano nuove mete, tocca a noi trovare le strade per raggiungerle sfruttando i tratti distintivi, le tradizioni, i valori storici dei nostri territori, ma con un cambio radicale di mentalità, che ci permetta di fare un balzo avanti afferrando tutte quelle opportunità che difficilmente si ripeteranno come in questo momento storico".

 

 

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Il 16 giugno avrà luogo nella sede regionale di CIA Umbria il secondo meeting in presenza del progetto Erasmus+ KA227 Creatours, dedicato a strumenti di formazione alla creatività di impresa nelle aree rurali. I partner, provenienti da #Bulgaria, #Polonia, #Romania e #Spagna, si confronteranno con CIA Umbria sulle strategie, le strutture e le aree operative elaborate in forma creativa per la ripresa e la resilienza post pandemia.
Il 17 giugno avrà luogo una visita sul campo ad una delle aziende agrituristiche del Trasimeno, una delle due aree in Umbria a fare da sfondo alle atmosfere creative che verranno utilizzate nei diversi Paesi partecipanti in forma di gioco, con il coinvolgimento delle imprese dei territori rurali individuati.
In Umbria i due territori prescelti sono stati identificati per gli aspetti critici dovuti, oltre che alla pandemia, all'emergenza climatica che ha coinvolto il comprensorio del Lago Trasimeno, e per le conseguenze del terremoto del 2016 sulle attività economiche ed in particolare i flussi turistici del territorio dei Monti Sibillini.
Il progetto, iniziato nel giugno 2021, terminerà nel maggio 2023.

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