Fertilizzanti + 150%, Gasolio +40%, Energia +120%, Mais uso zootecnico +24%, Presenza di cinghiali +111%, Caos nel  Sistema  Informatico  Regionale per il  Gasolio  Agricolo
PACIONI: "SEMINE E RACCOLTI A RISCHIO: CHIEDIAMO INTERVENTI IMMEDIATI DEL GOVERNO REGIONALE"
Orvieto (Tr) – Agricoltori alla canna del gas. Le aziende agricole della CIA dell'Orvietano lanciano l'allarme per l'aumento eccessivo dei costi delle materie prime che servono alla coltivazione e agli allevamenti zootecnici.
I produttori stanno attraversando l'ennesima batosta economica che riguarda ovviamente l'intero territorio regionale (e nazionale): fertilizzanti aumentati del 150% in soli sei mesi, gasolio che segna +40% e il rincaro del 120% delle bollette energetiche, rispetto ai primi mesi dello scorso anno. Questi costi alle stelle innescano un circuito dannoso che mette a repentaglio l'intera filiera agroalimentare, dalle semine ai raccolti fino al commercio, e paventa la chiusura delle stesse aziende. In questo momento si aggiunge – afferma Costantino Pacioni, Presidente Cia Orvieto Pacioni – anche la guerra in Ucraina, da cui l'Italia è dipendente per alcuni prodotti agricoli, in particolare per il mais ad uso zootecnico il cui prezzo è salito ad oggi del 24% rispetto al 2021. Senza contare i danni causati dalla fauna selvatica ormai fuori controllo, con un aumento del 111% a livello nazionale di cinghiali in circolazione".
L'aumento del prezzo del gasolio, poi, è aggravato dai ritardi sul programma informatico della Regione Umbria per l'assegnazione del carburante agevolato ad uso agricolo (Utenti Motori Agricoli – UMA) che raccoglie le richieste, e che ha generato molta confusione e lentezza nei rifornimenti. "È fondamentale far capire che l'aumento dei prezzi che colpisce oggi le nostre aziende agricole, va a colpire di conseguenza anche i consumatori finali, scontando così lo sproporzionato rincaro. – ribadisce Pacioni -. Proseguendo in questo modo per le imprese sta diventando impossibile andare avanti. Ricordiamo che viviamo in un paese dove la maggior parte dei trasporti commerciali avviene su gomma".
Per tutti questi motivi, la Cia di Orvieto chiede alla Regione Umbria interventi immediati e risolutivi. Le decisioni del governo centrale sono notevolmente insufficienti: appena 5,5 miliardi annunciati come aiuti al rincaro energetico per imprese e famiglie non bastano. "Chiediamo - conclude il presidente Pacioni - che il la regione Umbria si faccia portavoce al governo nazionale delle nostre richieste, e che trovi il modo di rendere le procedure per accedere al gasolio agricolo regionale più semplici per i produttori. La procedura deve essere messa al servizio del settore agricolo, non degli uffici, ricordando che il digitale non nasce per creare problemi ai cittadini, ma per risolverli".

Per approfondimenti e interviste:
Emanuela De Pinto
Ufficio Stampa Cia Umbria
Tel. 340.9200423
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"Si apre una nuova fase per cogliere le opportunità che la pandemia ci ha offerto, grazie ai fondi europei"

"LAVORARE SU EMERGENZA CINGHIALI, ZONE VULNERABILI NITRATI, REDDITO, FILIERE STRATEGICHE PER L'UMBRIA E LA CREAZIONE DI COMUNITÀ DEL CIBO ALL'INTERNO DEI DISTRETTI"

Perugia – Matteo Bartolini è stato riconfermato alla guida della Cia-Agricoltori Italiani dell'Umbria. Si è svolta questa mattina la IX Assemblea elettiva regionale dell'associazione di categoria, nella Sala Trumpet dell'area Jazz Hotel Giò, al termine della quale il 45enne tifernate è stato rieletto per i prossimi quattro anni. La seconda parte della giornata ha visto grande partecipazione il convegno Cia Umbria dal titolo "Ripartiamo dal territorio: reddito, sfida green e digitale", a cui hanno preso parte, con un videomessaggio, il Vice Direttore FAO Maurizio Martina, il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Anna Ascani e, in collegamento web il Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, On. Filippo Gallinella, che ha messo in luce tutte le opportunità in campo agricolo che il PNRR (Piano nazionale Ripresa e Resilienza) offre, unitamente alla Legge di Stabilità da poco varata dal governo. In presenza, invece, l'esperto in materia di Pac, Prof. Unipg nonché Presidente Ismea Angelo Frascarelli che ha esposto una dettagliata relazione sulla nuova Pac e sul Piano Nazionale Strategico per la sua attuazione a livello nazionale, il vice presidente della Regione Umbria e Assessore all'Agricoltura Roberto Morroni con un intervento sulle strategie di sviluppo messe in campo attraverso il nuovo PSR. A concludere l'incontro, il vice presidente Cia nazionale, Mauro Di Zio.

DICHIARAZIONI PRESIDENTE MATTEO BARTOLINI
"In questi 4 anni abbiamo iniziato un lavoro faticoso e rivoluzionario che oggi conclude, con successo, la sua prima fase. Ora possiamo dedicarci a una nuova fase che richiede un altro modello di partecipazione in modo da creare un flusso continuo tra le esigenze di tutela settoriale e la strategia di sviluppo del territorio. È arrivato il tempo di cogliere le opportunità che la crisi pandemica ci sta offrendo. Se si ha il coraggio e l'intuizione corretta per guardare al bicchiere mezzo pieno, negli anni a venire ci aspetta il vero percorso di crescita e sviluppo che porterà al vero cambiamento, a ridisegnare una nuova e più moderna agricoltura umbra, più verde e più smart, grazie ai fondi che l'Europa ci mette a disposizione. Ci attendono anni in cui lavorare a stretto contatto con il mondo politico regionale, costruendo rapporti professionali, oltre che umani, basati sulla reciproca autorevolezza e concretezza nelle azioni. Dobbiamo, e lo stiamo già facendo, innalzare ponti con le università e gli istituti di ricerca per poter avviare progetti che puntino alla vera sostenibilità, economica e non solo ambientale, alla transizione ecologica e a quella digitale. Ci sono dossier ancora fermi sul tavolo dei decisori politici che devono essere affrontati: la gestione della fauna selvatica in primis, in particolare l'emergenza cinghiali e ora anche il rischio peste suina, così come le ZVN (zone vulnerabili ai nitrati) da rivedere sul nostro territorio. Uno degli obiettivi a me cari resta la dignità dell'agricoltore, che si traduce in un adeguato compenso economico e riconoscimento sociale per il lavoro che svolge ogni giorno, nonostante le pazzie a cui il cambiamento climatico ci espone e la riduzione delle risorse naturali. Questo è possibile solo riscrivendo le filiere dell'agroalimentare. Credo che nei prossimi anni si debba operare alla creazione di 'Comunità del cibo' all'interno dei Distretti, per ridisegnare in un'ottica di sviluppo sostenibile, la mappa delle relazioni tra cittadini, territorio, produzione, trasformazione e consumo. Come CIA stiamo portando avanti un piano per l'integrazione delle imprese agricole produttrici e quelle turistiche, ristoratori e albergatori: pensiamo all'enoturismo, alle strade dell'olio, ad un Consorzio Dop Umbria che siamo riusciti a riportare in vita da timonieri, all'agricoltura sociale che da sempre vede la Cia in prima fila nei progetti europei già avviati, a quelle filiere che finalmente, dopo tanto impegno, vedono oggi la luce: la filiera del nocciolo, del grano, del tartufo e quella avveniristica del luppolo made in Umbria, progetto che vede fin da subito tra i partner la Cia regionale. Altra sfida è quella del digitale. In questi ultimi due anni, in particolare, l'Europa ha segnato la strada con il New Green Deal e la strategia Farm to Fork. La Cia ne ha capito subito la portata rivoluzionaria e abbiamo lavorato per accompagnare le nostre aziende in questo percorso. Frutto ne è l'accordo con Agricolus, azienda specializzata nella creazione di software per l'agricoltura di precisione, grazie al quale l'imprenditore agricolo associato può finalmente avviare il passaggio alla gestione aziendale completamente digitalizzata. Nuovi obiettivi per un nuovo modello di agricoltura: una più consapevole e vitale generazione di custodi della terra, di visionari, ma con i piedi ben puntati nella realtà".

IL VIDEO MESSAGGIO DI MAURIZIO MARTINA – VICE DIRETTORE GENERALE FAO
"Oggi abbiamo di fronte la sfida digitale e la sfida ambientale, nella loro connessione profonda con i sistemi agroalimentari. Il grande obiettivo dell'Europa è fare fino in fondo la propria parte nella declinazione operativa, pragmatica e realistica negli obiettivi di massima sostenibilità ambientale, utilizzando anche gli strumenti della rivoluzione tecnologica digitale, sapendo che una delle grandi questioni politiche aperte è quella di organizzare strumenti pubblici a servizio delle imprese agroalimentari, perché riescano davvero a utilizzare la transizione ecologica e ambientale come un mezzo utile a realizzare quel nuovo equilibrio di sistema, all'interno di nuovi modelli agricoli e alimentari, alla luce del bisogno primario di riconnettere agricoltura, alimentazione e ambiente secondo standard di modelli diversi da quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi. Produrre meglio sprecando meno, rimane l'obiettivo fondamentale. Per fare ciò, c'è bisogno di politiche pubbliche adeguate, di una mobilitazione di risorse economiche ma anche di un cambio di mentalità, di risorse umane e professionali diverse da quelle che abbiamo conosciuto in passato. C'è un grande tema aperto sull'adeguamento del know how, delle professionalità, capacità e delle competenze umane a servizio di questi obiettivi, sul quale c'è bisogno di un'accelerazione. Questo è il compito dei governi ma anche delle associazioni di categoria che devono orientare la loro funzione sempre più su questi obiettivi. Dall'Osservatorio Fao abbiamo di fronte un quadro complesso, perché gli effetti della pandemia si fanno ancora sentire, e anche perché la questione climatico-ambientale unita all'emergenza sanitaria ha proprio nei sistemi agroalimentari un punto di delicatezza estremo. Assistiamo ad un aumento degli indicatori legati alla malnutrizione e alla fame in particolare nei contesti dove i cambiamenti climatici imprimono radicali svolte e mutazioni di contesto: c'è una sovrapposizione evidente delle mappe della fame e dei cambiamenti climatici. Se a questo aggiungiamo che ovunque nel mondo assistiamo a un incremento del costo delle materie prime e dei costi energetici legati intrinsecamente all'agricoltura, abbiamo di fronte un tornante molto delicato. Questa è la dinamica che oggi ci preoccupa di più e su cui c'è bisogno di costruire una consapevolezza a tutti i livelli e, in particolare, nella necessità delle politiche pubbliche di definire operativamente nuovi strumenti in ambito europeo per declinare concretamente quel concetto di 'autonomia strategica' più volte evocato durante la pandemia, e che ha a che vedere con il profilo dell'esperienza agricola-alimentare europea, e quindi con la Pac. Dobbiamo collegare gli strumenti della nuova Politica Agricola Comune agli obiettivi della transizione ecologica e digitale. Al contempo, utilizzare al meglio gli strumenti del PNRR è l'unica via che abbiamo per fare questo salto di qualità, per provare a costruire questo cambio di passo nell'esperienza agricola europea. La Fao cerca di accompagnare questo percorso, avendo sempre in testa il collegamento tra Paesi in via di sviluppo e Paesi sviluppati, a servizio anche dei sistemi agricoli più avanzati come quello italiano. Ma anche dentro l'esperienza italiana ci sono dei punti deboli: come quello di trovare un equilibrio più avanzato tra reddito, svolta ambientale e svolta organizzativa; è questo il tema aperto per il futuro delle nostre piccole e medie imprese agricole, quelle realtà che dal basso contribuiscono ad affermare con tanta fatica, ma anche con tanto successo, la peculiarità dell'esperienza agricola italiana. Su questi binari dobbiamo tutti impegnarci, ciascuno per la propria parte, perché viviamo un tempo straordinario che ha tante sfide aperte e tante opportunità da cogliere".

Per info e interviste:
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LUCA FOCACCETTI (AGIA GIOVANI AGRICOLTORI), VERONICA LAZZARA (DONNE IN CAMPO) E ALFIO BICCHI (ANP PENSIONATI CIA)

Identikit e progetti: un 'Distretto dell'agricoltura rosa' in Umbria, il rilancio della canapa nella bioedilizia e una 'staffetta della terra' tra giovani e pensionati

Perugia – Luca Focaccetti, Veronica Lazzara e Alfio Bicchi sono i neo eletti alla presidenza regionale rispettivamente di AGIA Giovani Agricoltori, 'Donne in campo' e ANP Associazione Agricoltori Pensionati. Tre imprenditori agricoli con tre precise visioni di futuro dell'agricoltura umbra, per la costruzione di un nuovo modello di agricoltura per le prossime generazioni, ma anche per la tutela e la dignità di chi alla terra ha dedicato tutta la vita.

LUCA FOCACCETTI: PRESIDENTE AGIA CIA (ASSOCIAZIONE GIOVANI AGRICOLTORI) UMBRIA

Nato a Umbertide, 31 anni, di cui gli ultimi dieci a capo dell'azienda tabacchicola fondata dal nonno a Solfagnano Parlesca (Pg) e oggi ampliata con la coltivazione di ortaggi, Luca Focaccetti si è già distinto in Cia per il suo ruolo nei 'Gruppi di Dialogo Civile' 2021-2022, selezionati dal Ceja, il Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori, nel supportare la Commissione europea su questioni come la PAC e lo sviluppo rurale. Da neo presidente di Agia Cia sente una precisa urgenza: portare un upgrade nel modello agricolo regionale. Grazie all'esperienza europea, Luca si sta impegnando per una svolta in Umbria nel settore della canapa, in primis su un progetto di bioedilizia ecosostenibile. "Ho visto giovani che credono nell'evoluzione dell'agricoltura, con il bisogno di sensibilizzare il cliente sulla qualità dei prodotti offerti, portandolo a scoprire realmente cosa c'è dietro ogni produzione, così da dare valore e comprenderne il costo finale. Come Agia i settori che più attraggono i giovani imprenditori agricoli oggi sono la coltivazione di erbe officinali, il settore apistico, i vigneti abbandonati e rimessi in produzione. Ma soprattutto – conclude Focaccetti - la voglia di creare un prodotto completo, con la propria etichetta, senza più conferire alle grandi industrie".

VERONICA LAZZARA: PRESIDENTE 'DONNE IN CAMPO' CIA UMBRIA

Dalla vita metropolitana milanese alla campagna di Umbertide. Veronica Lazzara, neo presidente Donne in campo Cia, è oggi titolare dell'Azienda agricola Valle del Tevere con il titolo di educatrice di fattoria didattica e operatrice sociale. Qui alleva polli da carne e ornamentali, cavalli purosangue (come il campione italiano del derby nel 2017) e cani di razza Labrador, oltre a qualche ettaro di seminativo. "Il mio primo obiettivo - dice - è quello di costruire un rapporto diretto, fatto di costante dialogo, tra noi imprenditrici agricole del territorio, così da creare una sorta di Distretto delle donne in Umbria, dove la parola d'ordine sia multifunzionalità, ovvero quello che io non posso offrire al mio cliente con la mia azienda, può offrirlo una collega con la sua impresa: ad esempio un agriturismo connesso ad altre attività, come le passeggiate a cavallo nel mio caso, o la visita in vigneto con degustazione di vino in altra azienda magari. Così da creare un'offerta sempre più completa e funzionale. Solo unendoci possiamo crescere". Il Covid, secondo Veronica, ha amplificato il divario tra generi anche in agricoltura. "Noi donne e mamme abbiamo dovuto destreggiarci tra le nostre aziende e le conseguenze della pandemia, la gestione dei figli con le scuole chiuse in alcuni periodi è stata molto pesante, e l'isolamento nelle aree rurali si è acutizzato con la soppressione di alcuni servizi di trasporto. Molte donne, in emergenza Covid, hanno dovuto scegliere tra famiglia e azienda, questo non è più accettabile". Monica Dialuce è la nuova vice presidente Donne in Campo regionale: da sempre ai vertici del Corpo Infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana, già Commendatore della Repubblica Italiana e titolare dell'agriturismo 'Poggio del Vento'.

ALFIO BICCHI: ANP PENSIONATI CIA UMBRIA

Nato a Todi 63 anni fa, oggi cittadino di Amelia, assaggiatore di olio per passione e pioniere della nutraceutica nel settore oleario, Alfio Bicchi ha trascorso la vita professionale interamente in Cia fin dagli anni '80, come consulente e tecnico agroalimentare. Fortemente ancorato alle tradizioni del mondo rurale, con uno sguardo rivolto alle giovani generazioni dalle quali, è convinto, i pensionati possono imparare molto sotto l'aspetto della digitalizzazione, oggi prioritaria. "Occorre lavorare per una sorta di 'staffetta della terra' affinché i pensionati vengano coinvolti nel cambio di generazione nel mondo agricolo così da formare una sinergia con i giovani, unendo il nostro sapere e l'esperienza, alle loro capacità tecnologiche, oggi imprescindibili, per il progresso delle imprese agricole". Bicchi sottolinea due battaglie che Cia sta portando avanti da tempo: l'adeguamento delle pensioni minime, che oggi non arrivano a 600 euro, al reddito di cittadinanza che ammonta a 780 euro, e l'assistenza sanitaria gratuita oltre una certa soglia di reddito. Fondamentale poi, il ruolo attivo dei pensionati nelle scuole elementari e medie, con attività ecologiche in campo e in aula, per parlare di agricoltura, con racconti che arricchiscono il sapere e le tradizioni. L'aumento delle adesioni ad Anp, il rilancio della vita sociale dei pensionati in Umbria e la Festa interregionale dell'agricoltura sono tra gli obiettivi su cui lavorare già nei prossimi mesi. "Ogni albero che dimentica le proprie radici - conclude il neo presidente dei pensionati Cia Umbria - è destinato alla decadenza".

I tre presidenti sono stati eletti dall'Assemblea regionale Cia che in questi giorni si sta preparando al Congresso dell'8 febbraio, per l'elezione del prossimo presidente e del direttivo regionale.

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