Cia lancia il portale "Lavora con agricoltori italiani" e sigla l'accordo con l'agenzia per il lavoro Synergie Italia

In attesa di soluzioni da parte del Governo, due iniziative di intermediazione per mettere in contatto lavoratori e aziende agricole

Roma - La mancanza di manodopera nei campi è un problema serio e, in attesa di soluzioni concrete dal Governo, Cia-Agricoltori Italiani ha messo in campo due distinte iniziative per fare incontrare domanda e offerta in campo agricolo. Come Cia abbiamo lanciato on line la piattaforma di intermediazione "Lavora con agricoltori Italiani", per mettere in contatto, in tutte le province, aziende agricole e lavoratori.
Il portale (https://lavoraconagricoltoriitaliani.cia.it), riconosciuto dal Ministero del Lavoro, consente a chi cerca occupazione di entrare in contatto direttamente con le aziende della propria provincia, e alle imprese di intercettare velocemente i candidati con la massima trasparenza e legalità. Utilizzare il sito è molto semplice: le aziende inseriscono la propria offerta di lavoro, indicando le caratteristiche professionali richieste, le mansioni da svolgere, luoghi e tempi, mentre il lavoratore dichiara semplicemente la propria disponibilità.
L'altra iniziativa intrapresa da Cia-Agricoltori Italiani è l'accordo tra Cia e Synergie Italia S.p.A., Agenzia per il lavoro autorizzata dal Ministero del Lavoro tra i leader mondiali nel recruitment, valido su tutto il territorio nazionale, per promuovere e potenziare le occasioni di impiego in agricoltura. L'accordo, siglato tra il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino e il presidente di Synergie Italia S.p.A. Giuseppe Garesio attiverà un'innovativa piattaforma per la formazione, il reclutamento, la collocazione di lavoratori in agricoltura e l'incontro tra domanda e offerta. Sarà, infatti, creata un'apposita sezione dedicata al mercato del lavoro agricolo, facendo incontrare domanda e offerta in modo semplice, trasparente, efficace, sia attraverso contratti di somministrazione sia attraverso assunzioni dirette. Grazie all'intesa, sarà attivato anche un concreto supporto informativo/formativo alle imprese sul regime di somministrazione del lavoro, sulle migliori forme di inquadramento del personale, della contrattualistica e anche delle agevolazioni eventualmente accessibili per nuove assunzioni.
"Abbiamo siglato questa collaborazione con una delle maggiori agenzia di lavoro interinale dislocata su tutto il territorio nazionale, - commenta il Presidente Cia Umbria Matteo Bartolini - perché pensiamo sia utile affidarsi a dei tecnici, a dei consulenti che fanno questo mestiere con dedizione e risultato. L'agricoltura infatti, ha bisogno di persone qualificate, che riconoscono un prodotto di qualità, sanno utilizzare un macchinario, decidono il momento migliore per effettuare un'operazione agronomica. Non ci siamo fermati qui e abbiamo anche lanciato il nostro portale cercando di dare una risposta quanto più veloce possibile a quanti ci hanno manifestato la propria disponibilità a lavorare in agricoltura".
"In attesa di una soluzione efficace all'emergenza lavoro dall'Esecutivo, proviamo a dare delle risposte alle aziende agricole e ai cittadini che hanno dato la propria disponibilità a lavorare nei campi - spiega il Presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino -. La mancanza di manodopera desta non poche preoccupazioni in tutti noi, senza interventi concreti come i voucher per l'utilizzo di cassaintegrati e pensionati, o una sanatoria per i lavoratori immigrati rischiamo seriamente di abbandonare nei campi tonnellate di frutta e verdura di stagione, necessarie per rifornire gli scaffali dei supermercati".

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Liquidità immediata per oltre 50 milioni di euro e innovazione digitale nel medio termine. Il Presidente Bartolini: "Chiesto alla Regione lo sblocco dell'agricoltura hobbistica, per tornare a coltivare l'orto di casa e salvare il settore florovivaistico"

Perugia – "Esprimiamo soddisfazione per le azioni messe in campo dall'Assessore regionale Roberto Morroni in aiuto al settore primario. In un momento di emergenza come questo, è fondamentale mettere a disposizione delle imprese, nell'immediato, la liquidità che occorre a ripartire: ben venga, quindi, l'anticipazione dei pagamenti comunitari Pac e l'anticipo di alcune risorse sulle misure del Psr che dovrebbero presto trasferire liquidità alle nostre aziende agricole per oltre 50 milioni di euro". Così Matteo Bartolini, Presidente Cia Umbria, all'indomani dell'incontro tra l'Assessore regionale Roberto Morroni e i responsabili delle Associazioni del mondo agricolo, per guardare avanti e creare le basi per superare la crisi determinata dall'emergenza sanitaria in corso, in un'ottica di condivisione e lavoro di squadra. "Riteniamo utile, - continua Bartolini - nel brevissimo tempo, per le aziende più in difficoltà, l'intervento di garanzia della finanziaria regionale Gepafin per le anticipazioni bancarie e far ripartire così gli investimenti".
Si guarda anche oltre questa fase, per disegnare insieme il futuro del comparto agricolo. "Approviamo i progetti sul medio termine, - ha aggiunto Bartolini – puntando sul tema dell'innovazione digitale. L'epidemia da Covid-19 ha cambiato le nostre abitudini di consumo e le modalità di lavoro. Il grande ricorso ad Internet ha già modificato le interazioni umane e, per stare al passo con il presente e non farsi trovare impreparati al futuro, occorre vincere tutte le forme di digital divide, anche in quella aree rurali remote dove trovano habitat naturale le aziende agricole. È indispensabile imparare la lezione che il Coronavirus ci ha dato in questo senso, e rinnovare il sistema agricolo e agroalimentare dal punto di vista dei servizi informatici".
Infine, Cia Umbria ha chiesto all'Assessore Morroni l'autorizzazione alla circolazione per chi pratica agricoltura hobbistica, quindi senza Partita Iva: "Chi ha un orto o un pollaio deve poter praticare, anche come azione terapeutica, la cura del proprio pezzetto di terra, nel pieno rispetto delle normative sanitarie previste. In questo modo – conclude Bartolini – si aiuta anche il settore florovivaistico che ha subìto ingenti perdite negli ultimi due mesi". Anche su questo, Morroni si è detto subito disponibile, condividendo lo spirito di aggregazione e ricostruzione proposto da Cia Umbria.

 

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Bartolini: "Pensare a una safety net per le produzioni alimentari invendute"
Perugia - Ancora un grido d'aiuto dall'agricoltura umbra, che segna un bilancio post Pasqua disastroso per molti settori. Molte le segnalazioni arrivate a Cia Umbria da imprenditori agricoli che vivono difficoltà pesanti sotto vari aspetti. Tra i settori più critici in questa fase emergenziale, causata dell'epidemia da Covid-19, ci sono i produttori di latte ovino, gli allevatori di agnelli, i florovivaisti e i titolari degli agriturismi umbri.
Mancato ritiro latte ovino
I produttori di latte ovino segnalano il mancato ritiro da parte dei caseifici, molti dei quali hanno cessato o ridotto pesantemente l'acquisto della materia prima per la produzione dei formaggi. Il mancato ritiro del latte ovino è la conseguenza della diminuzione della richiesta di formaggi sul mercato, vista lo stop del settore Horeca, in primis i ristoranti. Il prodotto resta nei caseifici e non si vende. Di conseguenza, niente più ritiro del latte. E le poche aziende che ancora riescono a vendere, devono sottostare a un prezzo mortificante, crollato a 0,60 centesimi al litro (1,20 euro prima della pandemia).
Agnelli invenduti
Una Pasqua col segno meno anche per gli allevatori di agnelli e capretti. Le misure restrittive adottate per fronteggiare il Coronavirus hanno causato il calo drastico della domanda, a cominciare da ristoranti e agriturismi chiusi. Anche i macellai hanno ridotto gli acquisti per evitare perdite economiche dovute ad una limitata clientela in circolazione. In Umbria il calo è stato del 35% rispetto alla Pasqua 2019, in linea con il dato nazionale. Un problema che non è stato possibile risolvere neanche con la consegna a domicilio, essendo un prodotto ad alta deteriorabilità. In calo anche il prezzo, ridotto quasi del 50% rispetto allo scorso anno (da €4,50 al chilo di un anno fa a €2,50 di oggi), senza considerare che per proporre al consumatore finale il prodotto a basso costo, moltissimi agnelli venduti sul mercato regionale e nazionale, sono di origine ungherese e rumena. Inoltre, gli agnelli che restano in capo all'allevatore rappresentano una spesa insostenibile, soprattutto se maschi, perché non possono essere destinati alla produzione di latte.
Florovivaismo: al macero montagne di fiori e piante
Una Pasqua senza fiori, né piante. Non solo il settore è stato riaperto con un mese di ritardo rispetto ad altre attività, perdendo marzo, periodo cruciale per la manutenzione di giardini e terrazzi, ma si continua a vivere una situazione pesante in quanto resta ad oggi fermo un intero indotto di clienti: niente celebrazioni religiose (comunioni, cresime, matrimoni), niente visite ad amici e parenti a cui portare in dono una pianta o un mazzo di fiori. Risultato, una montagna di fiori gettati al macero. Si pensi anche a quei vivai che, per gli hobbisti (agricoltori senza Partita Iva) avevano preparato le piantine per l'orto, poco distanti da casa, che però non potevano coltivare. É fresca la notizia secondo cui nella conversione in legge del decreto "Cura Italia" sarebbe finalmente prevista la possibilità agli hobbisti di raggiungere i propri terreni, anche al di fuori del Comune di residenza, al fine di provvedere sia alla cura che alla pulizia di tutti i terreni.
Agriturismi: una Pasqua da dimenticare
La perdita nel settore agrituristico è del 100%. Zero turisti, zero prenotazioni, zero incassi. I titolari delle strutture ricettive della campagna umbra hanno dovuto salutare con tristezza l'abitudine consolidata per molti vacanzieri di trascorrere Pasqua e Pasquetta in campagna, assaporando i prodotti locali e la bellezza del paesaggio. Solitamente, la Pasqua rappresentava l'apertura ufficiale della stagione turistica, che continuava poi con la ricorrenza del 25 aprile e del 1° maggio. Ma anche per quella data, non ci sarà nessuna ripresa.
SOS manodopera nei campi agricoli
La Pasqua dava ufficialmente inizio a tutto un periodo di lavoro nei campi, che oggi rischia di saltare per la mancanza di manodopera, soprattutto nel settore del tabacco e della raccolta degli ortaggi estivi. Le misure restrittive impongono la quarantena domestica a chiunque non sia un lavoratore con Partita Iva o un dipendente. Molti operai, in questo periodo, arrivavano dalla Romania per una sola stagione di lavoro e poi ripartire. Oggi, questo non sarà consentito e, anche se sono diverse le iniziative in campo per tentare di trovare manodopera italiana sfruttando l'allarme disoccupazione nazionale, il problema è e rimane soprattutto culturale. I nostri agricoltori faticano a trovare manodopera italiana perché il lavoro agricolo è ancora considerato una mansione squalificante e poco gratificante a livello sociale.

"Questa emergenza economica - conclude il Presidente Cia Umbria Matteo Bartolini - deve essere affrontata con la giusta sensibilità: facciamo un appello affinché si sospendano al più presto le imposte locali, in primis Imu e Tari. Per gli agriturismi, soprattutto, il ragionamento è semplice: se non avranno presenze turistiche, non produrranno rifiuti, per cui risulterebbe iniqua la Tari. Per quanto riguarda gli agnelli invenduti, come Cia Umbria lancio un appello alla grande distribuzione, affinché si scelga di acquistare dalle aziende umbre. Si deve evitare l'abbattimento di questi animali e trovare al più presto una modalità di ritiro e consumo della carne di agnello invenduta, pensando di destinarla alle strutture sanitarie pubbliche, all'industria dell'alimentazione infantile o al pet food. Dobbiamo pensare a una rete di sicurezza, una safety net, per quelle produzioni alimentari che restano invendute in questa drammatica fase".

Per interviste o approfondimenti:
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