E' stata un'azienda umbra, con il suo MAC MAHON, a conquistare il 134° Derby Italiano, che si è disputato lo scorso 21 maggio all'Ippodromo Capannelle di Roma: si tratta dell' Azienda Agricola della Valle del Tevere di Pierantonio, socia Cia dal 2012. I titolari allevano cavalli purosangue inglesi da circa 20 anni.
C'è grande soddisfazione tra i proprietari, l'allevatore Massimiliano Porcelli e sua moglie Veronica
Lazzara, per i quali il cavallo è sempre stato un protagonista della loro vita. "Io e mia moglie – racconta Massimiliano - ci siamo conosciuti a Milano proprio grazie ai cavalli. Ben presto, ho cominciato a cercare una scuderia più adatta, immersa nella natura e non circondata da palazzi". La svolta arriva nel 2007: "un famoso allevamento Italiano, l' Azienda Agricola SAB, ci ha permesso di trasferirci nella magnifica Umbria, precisamente a Pierantonio. Il proprietario, il dottor Crespi, ci ha dato l'opportunità di gestire l'azienda e di condividere insieme a lui la passione, il rispetto e l'amore per la natura, ma soprattutto per questo maestoso e magnifico animale che è il cavallo.
E dal 2012 abbiamo un altro alleato, la Cia agricoltori italiani di Umbertide e di Perugia che ci sostengono e grazie a loro, nel 2014, siamo riusciti ad aprire e ampliare, con altre tipologie di allevamento, la nostra "Azienda Agricola della Valle del Tevere": con i Labrador Retriever dei polli sia ornamentali, sia da carne. Nonostante il settore agricolo sia negli ultimi anni in grande difficoltà, noi non abbiamo mai smesso di crederci.
E proprio a Pierantonio nasce il nostro Mac Mahon, un cavallo sin da piccolo molto forte, ma equilibrato.
Siamo certi che lui sia diventato un grande campione non solo per la sua ottima genetica, ma anche grazie alle condizioni pedoclimatiche di questa regione. Mac Mahon non è l'unico vincitore umbro del Derby Italiano. Troviamo grandi campioni allevati in questa regione anche a partire dagli anni '70".

Perugia, 6 giugno 2017

In una nota congiunta i presidenti regionali dell'organizzazione agricola, delle aree terremotate, Domenico Brugnoni, Mirella Gattari, Mauro Di Zio e Ettore Togneri esprimono il disappunto al Governo in merito alla disposizione nella "mini-manovra" che riabiliterebbe il sistema dei Consorzi. "Non possiamo accettare che invece di sostenere gli agricoltori duramente colpiti dal sisma si pensi a rimettere in piedi un sistema marcio".

"Gli agricoltori di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio chiedono l'immediato ritiro dell'emendamento numero 353 del Governo, contenuto nel provvedimento "mini-manovra". A mesi dagli eventi sismici, ancora attendiamo che le Istituzioni rispettino quanto promesso, le aziende agricole colpite sono allo stremo e ora devono anche subire lo schiaffo di vedere ingenti risorse pubbliche destinate a progetti fallimentari. Si tratta di una cosa inaccettabile".
Così i presidenti della Cia-Agricoltori Italiani delle aree terremotate, congiuntamente, dicono no al finanziamento dei Consorzi agrari e minacciano proteste di piazza, se l'emendamento incriminato non sparirà dal dispositivo.
"E' grave – concludono i presidenti – che il Governo, invece di sostenere il rilancio di territori ed economie fondamentali per il Paese, si impegni a foraggiare un sistema marcio".

Sparito dalla mini-manovra l'emendamento per finanziare il sistema dei Consorzi Agrari
Sarebbe stato uno schiaffo insopportabile per gli agricoltori italiani chiamati ad affrontare continue emergenze. Infatti, un emendamento del Governo contenuto nel testo della "mini-manovra" avrebbe disposto un nuovo finanziamento al sistema dei Consorzi agrari. Un meccanismo che già dall'esperienza Federconsorzi aveva generato sperpero di risorse pubbliche e nessun vantaggio per agricoltori e cittadini. Di fronte a questo assurdo emendamento la Cia ha subito mostrato netta contrarietà e ottenuto il ritiro della disposizione. I fondi che avrebbero garantito la copertura di quanto previsto nell'emendamento, dovrebbero invece essere destinati a emergenze ben più stringenti, magari iniziando a dare risposte concrete alle aziende colpite dai terremoti. Infatti Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio sono in attesa che si realizzino le promesse fatte dalle Istituzioni, ormai molti mesi fa. Appare assurdo il reiterato tentativo di foraggiare i Consorzi Agrari che hanno prodotto un buco di 89 milioni di euro solo nel periodo 2011-2015. Perdite che si sommano ai tanti miliardi di lire che andarono in fumo nella gestione di Federconsorzi negli anni '80. Scampato questo "pericolo" la Cia continuerà a vigilare affinché non si trovino altre strade per rimettere in piedi carrozzoni che privilegiano gli interessi di pochi a svantaggio della collettività. Da un'analisi preliminare che la Cia ha condotto sui bilanci di 21 consorzi agrari e 1.432 imprese private attive (cooperative e società di capitali) operanti nella distribuzione di mezzi tecnici per l'agricoltura e nella gestione di prodotti agricoli, è emerso che molte risorse pubbliche destinate a tutti gli agricoltori, servono invece per perpetuare inefficienze e scandalose gestioni di un sistema obsoleto e inutile per il settore. E' dimostrato, senza alcuna possibilità di smentita, che nel 2015 i Consorzi agrari perdevano 16,6 milioni di euro; le imprese private, che remuneravano i prodotti agricoli allo stesso livello di prezzo, guadagnavano 139 milioni di euro. Tutto ciò mentre lo scorso anno i prezzi pagati agli agricoltori hanno perso il 5% e i redditi agricoli italiani sono crollati dell'8% a fronte di una media UE del -2%. In un contesto di leggera ripresa dell'economia nazionale l'agricoltura ha ceduto il 5%del suo valore aggiunto. Quindi risorse vadano agli agricoltori e non ad Enti inutili.

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