In una nota congiunta i presidenti regionali dell'organizzazione agricola, delle aree terremotate, Domenico Brugnoni, Mirella Gattari, Mauro Di Zio e Ettore Togneri esprimono il disappunto al Governo in merito alla disposizione nella "mini-manovra" che riabiliterebbe il sistema dei Consorzi. "Non possiamo accettare che invece di sostenere gli agricoltori duramente colpiti dal sisma si pensi a rimettere in piedi un sistema marcio".

"Gli agricoltori di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio chiedono l'immediato ritiro dell'emendamento numero 353 del Governo, contenuto nel provvedimento "mini-manovra". A mesi dagli eventi sismici, ancora attendiamo che le Istituzioni rispettino quanto promesso, le aziende agricole colpite sono allo stremo e ora devono anche subire lo schiaffo di vedere ingenti risorse pubbliche destinate a progetti fallimentari. Si tratta di una cosa inaccettabile".
Così i presidenti della Cia-Agricoltori Italiani delle aree terremotate, congiuntamente, dicono no al finanziamento dei Consorzi agrari e minacciano proteste di piazza, se l'emendamento incriminato non sparirà dal dispositivo.
"E' grave – concludono i presidenti – che il Governo, invece di sostenere il rilancio di territori ed economie fondamentali per il Paese, si impegni a foraggiare un sistema marcio".

Sparito dalla mini-manovra l'emendamento per finanziare il sistema dei Consorzi Agrari
Sarebbe stato uno schiaffo insopportabile per gli agricoltori italiani chiamati ad affrontare continue emergenze. Infatti, un emendamento del Governo contenuto nel testo della "mini-manovra" avrebbe disposto un nuovo finanziamento al sistema dei Consorzi agrari. Un meccanismo che già dall'esperienza Federconsorzi aveva generato sperpero di risorse pubbliche e nessun vantaggio per agricoltori e cittadini. Di fronte a questo assurdo emendamento la Cia ha subito mostrato netta contrarietà e ottenuto il ritiro della disposizione. I fondi che avrebbero garantito la copertura di quanto previsto nell'emendamento, dovrebbero invece essere destinati a emergenze ben più stringenti, magari iniziando a dare risposte concrete alle aziende colpite dai terremoti. Infatti Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio sono in attesa che si realizzino le promesse fatte dalle Istituzioni, ormai molti mesi fa. Appare assurdo il reiterato tentativo di foraggiare i Consorzi Agrari che hanno prodotto un buco di 89 milioni di euro solo nel periodo 2011-2015. Perdite che si sommano ai tanti miliardi di lire che andarono in fumo nella gestione di Federconsorzi negli anni '80. Scampato questo "pericolo" la Cia continuerà a vigilare affinché non si trovino altre strade per rimettere in piedi carrozzoni che privilegiano gli interessi di pochi a svantaggio della collettività. Da un'analisi preliminare che la Cia ha condotto sui bilanci di 21 consorzi agrari e 1.432 imprese private attive (cooperative e società di capitali) operanti nella distribuzione di mezzi tecnici per l'agricoltura e nella gestione di prodotti agricoli, è emerso che molte risorse pubbliche destinate a tutti gli agricoltori, servono invece per perpetuare inefficienze e scandalose gestioni di un sistema obsoleto e inutile per il settore. E' dimostrato, senza alcuna possibilità di smentita, che nel 2015 i Consorzi agrari perdevano 16,6 milioni di euro; le imprese private, che remuneravano i prodotti agricoli allo stesso livello di prezzo, guadagnavano 139 milioni di euro. Tutto ciò mentre lo scorso anno i prezzi pagati agli agricoltori hanno perso il 5% e i redditi agricoli italiani sono crollati dell'8% a fronte di una media UE del -2%. In un contesto di leggera ripresa dell'economia nazionale l'agricoltura ha ceduto il 5%del suo valore aggiunto. Quindi risorse vadano agli agricoltori e non ad Enti inutili.

La Cia-Agricoltori Italiani chiede l'immediato ritiro dell'emendamento 353 presentato dal deputato Pd, Mauro Guerra, relatore di maggioranza sul provvedimento 'mini- manovra', con il quale si prova a far rivivere il dissestato sistema dei consorzi agrari, quel che è rimasto dell'impero dai piedi di argilla della Federconsorzi commissariata e liquidata ben 25 anni fa.
Con un blitz il deputato ha inserito, infatti, un emendamento che, con la cifra di 40 milioni di euro, come partenza, istituisce il Fondo presso l'Ismea per la ristrutturazione dei debiti contratti dai Consorzi agrari in amministrazione ordinaria nei confronti del sistema creditizio.
"Denaro pubblico -denuncia il Presidente della Cia, Dino Scanavino- che viene sottratto all'agricoltura per perpetuare inefficienze e scandalose gestioni di un sistema obsoleto e inutile per il settore primario. Questi soldi potrebbero essere dirottati all'agricoltura nel suo insieme attraverso progetti di sviluppo e innovazione, favorendo la redditività delle imprese'

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